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”Proverò a cambiare i punti fermi in virgole”. È il desiderio di Andrea Perrozzi di trasformare istanze statiche e definitive in un moto circolare che produca ancora movimento, fermento. I suoi punti fermi sono le esperienze professionali in ambito musicale e teatrale, gli incontri che hanno lasciato un segno ed illuminato una via, e quelli personali delle scelte, dei valori, degli amori, delle storie di vita che ha incrociato sul suo cammino e l'hanno fatto maturare nell'uomo che è oggi. E poi ci sono quelli culturali e sociali di un Paese nel quale forse non si riconosce poi tanto. ”Stop”, l'ultimo lavoro discografico, è la sintesi del suo fermarsi per guardare indietro, ed è la voglia di comunicare e condividere in una consapevolezza ritrovata e condivisa, non solo il suo personale vissuto ma che si rivolge anche al mondo che vede intorno. Con occhi disillusi, ma non vinti, che sanno ancora vedere il bello e commuoversi, “Stop” racconta di lotta. Quella di tutti i giorni, che ogni essere umano condivide con gli altri a diversi livelli: quella dell'investire nei rapporti con profondità e di un amore finito, quella dei conflitti bellici, quella contro il conformismo e l'aridità del pensiero comune, e la lotta della malattia. Le si ritrova ad esempio in Il Giorno Degli Eroi, traccia che apre l'album e racconta con potenza lirica di piccoli esseri umani inermi di fronte alla sofferenza del corpo, con immagini semplici nelle quali ogni ascoltatore si può ritrovare immedesimare; e poi c'è Imprevisti Eroi dove con requisì e dolore dipinge i bagliori dei mortai e l'adesione cieca di uomini 'impassibili pronti al dire sí'. E poi la gioia degli incontri come quella che offre nei due sentiti omaggi: al grande Alberto Sordi e agli Alunni del Sole dei quali ripropone la poetica simbolista con E Mi Manchi Tanto. Quanto alla forma, il disco è un prodotto confezionato con cura ed attenzione nel quale racconta con dolcezza le sfaccettature della vita, lo si percepisce nella linea vocale, precisa, curata, senza sbavature che dice di anni di appassionato impegno nello studio e nella professione. La parte musicale sposa perfettamente quella vocale, è raffinata e piacevole, misurata ma pur intesa e solida. Questo è “Stop”.
Articolo del
30/01/2013 -
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