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Jaguanera
Runners
2013
Yorpikus Sound
di
Maria Grazia Umbro
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A volte dalla cosiddetta scena underground romana, riescono ad emergere band di tutto rispetto che se al primo impatto sembrano ancora acerbe e bisognose di perfezionamento, danno l’impressione di aver qualcosa di nuovo da dire, qualcosa che possa stuzzicare le nostre orecchie. Formatisi nel 2011, Andrea Bellassai (voce), Renzo Manuel Possanzini “RenMan” (basso, chitarra acustica, synth), Louis Leoni (chitarra elettrica), Ame (batteria), ovvero i Jaguanera, si muovono nelle sonorità rock e new wave tipici degli anni ’80, con inserti di tastiere e synth, un po’ di ritmiche hip hop ed electrobeat. Il loro album d’esordio “Runners” ci riporta un po’ indietro ma senza risultare vintage, anzi. E’ facile cadere nel tranello della “copia” di qualcosa che già si conosce, ma loro sono abbastanza bravi da tenersi in equilibrio nel nostro tempo. Il CD si compone di 10 tracce che scivolano via saltellando tra ritmo e melodia, pezzi animati e qualche ballad. Si parte con My Wave che apre confondendoci le idee con ritmo altissimo quasi ska; una lenta ma profonda Lullaby to Scream; poi si passa per una quasi Subsonica Brother; e si entra nel suono new wave degli anni ’80 con Friday (uno dei brani migliori del disco, secondo me). Dopo Waitin’ in Vain, pezzo intriso di elettronica e synth (richiamo alla “I Don’t Wanna Wait in Vain” di Marleyana memoria), si torna a sottolineare il legame con la new wave con la cover di State of the Nation (Industry, 1984). Ad un certo punto il disco sterza violentemente verso il rock più puro con i pezzi Hot Summer Afternoon , Amsterdam, Stones, per chiudere egregiamente con la strumentale Cosmic Love Visions, che di visioni ce ne propone eccome. Basta chiudere gli occhi e immaginare un altro tempo e un altro luogo. Dispiace averli persi proprio poche settimane fa live a Roma; io punto (e dovreste farlo anche voi) a vederli dal vivo e sentire dalla loro voce raccontare questa esperienza musicale e questo esordio. Credo che siano una vera rivelazione perché sono stati capaci di utilizzare suoni conosciuti in modo da farli apparire come ancora inesplorati completamente, come se la ricerca non fosse ancora finita. Davvero un ottimo lavoro.
Tracklist 1. My Wave 2. Lullaby to Scream 3. Brother 4. Friday 5. Waitin’ in vain 6. State of the Nation 7. Hot Summer Afternoon 8. Amsterdam 9. Stones 10. Cosmic Love Visions
Articolo del
12/02/2013 -
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