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Alex Snipers Experience
Familiar To Someone Liv…ing In Action!
2012
CD autoprodotto
di
Alessandro Basile
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È ormai da sei anni che il cantante e chitarrista bergamasco Alessandro Cecchini continua imperterrito a portare avanti il suo curioso progetto musicale denominato Alex Snipers Experience. L’aver già realizzato ben cinque dischi a distanza ravvicinata conferma in maniera abbastanza netta il grande impegno, la tenacia e la non indifferente creatività di questo musicista classe ‘77. Nel 2007 l’Ep d’esordio “Slackness” diede ufficialmente il via alla sua carriera. L’ultima produzione in ordine di tempo è stata invece pubblicata nel corso del 2012: ”Familiar To Someone Liv… ing In Action!” è il titolo. Importante specificare subito una cosa: non si tratta di un album d’inediti, bensì di un disco live che racchiude ben quattordici tracce registrare nel corso di numerosi concerti tenuti tra il febbraio e l’aprile del 2011 in diversi live club dello Stivale. Del resto è proprio dal vivo che Cecchini sembra riuscire a catturare gli ascoltatori presenti grazie al tiro notevole dei suoi pezzi e a degli arrangiamenti ridotti praticamente all’osso. Sul palco infatti l’eclettico frontman opta quasi sempre per un approccio, per un registro alquanto scarno, asciutto, puntando su una formula che possa fornire più immediatezza possibile al taglio stilistico dei brani facenti parte del suo repertorio. E lo fa prediligendo delle esibizioni in solo, basate in pratica sul classico binomio chitarra e voce. In alternativa, può capitare che Cecchini scelga di presentarsi on stage avvalendosi giusto di un secondo chitarrista in grado di accompagnarlo e di dare maggior corposità al sound. Nei brani registrati appositamente in vista di questo disco live appare infatti Alessandro Castelli.
Cosa dire di questo Lp? Sicuramente che la qualità audio non è esemplare, anche se poi l’evidente ruvidità sonora di fondo che si palesa in occasione di ogni singola traccia è stata proprio ricercata, fortemente voluta. Ed assolutamente voluta è poi l’impronta, l’impostazione del tutto acustica che connota le canzoni qui presenti, fatte appunto di chitarre per lo più strapazzate, percosse – qualche volta tiepidamente arpeggiate – senza l’aggiunta di alcun elemento elettrico, tantomeno ritmico come batteria e percussioni. Se questa decisione da una parte fa onore al progetto per il semplice fatto di aver cercato di riportare quell’essenzialità che contraddistingue poi l’intera fase compositiva, dall’altra rischia però di annoiare. Anzi, è meglio dire che finisce con il risultare stucchevole. Troppi sessantadue minuti di musica così essenziale ed acustica in cui non si denotano nemmeno episodi strumentali, sperimentali, ma soltanto pure canzoni in unplugged dalle strutture lineari e in ogni caso prevedibili. Canzoni tuttavia non eccessivamente mediocri, ricche di rimandi al folk rock, al grunge, al songwriting angloamericano degli anni Settanta, con piccole parentesi di blues sporco, viscerale. Efficace tutto sommato la voce versatile di Cecchini che finisce per ricordare addirittura il timbro di Liam Gallagher nei brani più concitati, dai contorni squisitamente brit. Insomma, è la mancanza di versatilità a non convincere in questo lavoro. Se ci fosse stata maggiore elasticità riguardo la strumentazione impiegata non ci sarebbe stato il rischio di incappare in tracce spesso e volentieri troppo simili fra loro per dinamiche e sfumature. E il fatto che Alex Snipers Experience opti per liriche in inglese accentua enormemente la cosa.
Articolo del
20/02/2013 -
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