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A due anni dal loro esordio, con l'album “On A Bittersweet Ride” prodotto dall'etichetta tedesca Screaming Apple Records, i Miss Chain & The Broken Heels tornano sulle scene internazionali con un nuovo lavoro intitolato ”The Dawn”. L'italianissimo gruppo bresciano, capitanato da Astrid Dante, infatti, non si limita al mercato nostrano, bensì vanta collaborazioni con importanti etichette discografiche sparse in tutto il mondo( basti pensare al loro primo singolo, Common Shell, pubblicato dalla SOnic Jett Records di Portland) . Non a caso “The Dawn”, prodotto in Italia dall'etichetta Tre Accordi al T.U.P. di Brescia, è distribuito in Europa dall'austriaca Bachelor Records, in America dalla californiana Burger Records e in Giappone dalla Dreams on Records. Dopo aver marciato svariati chilometri, suonando nel vecchio continente, sulle coste americane e addirittura in Messico, i quattro componenti si sono chiusi in studio e, con l'aiuto del produttore Pierluigi Ballarin, in due settimane hanno registrato, tutte in presa diretta e senza l'ausilio del digitale, le undici tracce che compongono l'album. In poco meno di mezz'ora, questa la durata complessiva del disco, i Miss Chain & The Broken Heels ci catapultano in un mondo sonoro fatto di fini riferimenti musicali che vanno dalle chitarre che ricordano il sound di Buddy Holly di Little Boy ai cori tipicamente beatlelsiani di There's A Ghost.
L'album è intriso di sonorità pop/rock anni '60 che si esplicano nell'uso della batteria e delle chitarre come, ad esempio, nel brano d'apertura The Dawn Is Mine. La conoscenza musicale dei quattro, però, non si esaurisce qui. Il singolo che anticipa l'uscita del disco, Rainbow, una miscela di musica country e pop con reminiscenze spectoriane del famigerato “muro del suono” negli arrangiamenti, verso la fine del pezzo cambia stile ricordando il suono delle giostre da circo per poi tornare al ritornello martellante. Sonorità country le ritroviamo anche in altri due brani, Let Us Shine e Quack, il quale, come il pezzo di chiusura, si basa su due tempi musicali diversi, rallentando nella seconda metà. Bellissima Calcutta con il suo sound cinematografico da film western arricchito dal basso che fa da collante. Tell Me Why, invece, con la batteria che riproduce il ritmo di una marcia, ricorda, nell'inserimento del parlato di Miss Chain, quei gruppi femminili americani come The Shangri-Las. In “The Dawn” c'è spazio anche per la dimensione psichedelica con la strumentale Lazy Tide e il suo suono legato alle sperimentazioni della fine dei Sixties. Il suono caldo e avvolgente dell'album, che a tratti ricorda il pop solare dei gruppi della west coast anni '60 mentre in altri è più vicino al pop/rock britannico di Bealtles e The Kinks, è sicuramente dovuto alle registrazioni in presa diretta che donano al lavoro un sapore vintage arricchito dalla bellissima voce di Astrid. Non stupisce affatto, quindi, che i Miss Chain & The Broken Heels abbiano così tanto successo in giro per il mondo.
Articolo del
07/03/2013 -
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