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Seventh Anthem
Demo
2013
Autoprodotto
di
Giancarlo De Chirico
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Il gruppo nasce nel 2010 grazie ad un progetto ideato e fortemente voluto da Marco Silvestri e da Alexandre Mauvais, due chitarristi di estrazione “metal”. La band si muove all’interno del solco creato nel tempo dal Progressive Metal e, dopo diversi avvicendamenti, l’attuale line up dei Seventh Anthem risulta composta - oltre che da Marco Silvestri - anche da Danilo Gatto, ex 5Revolutions, alla voce, da Gabriele Gatto, fratello di Danilo, al basso elettrico, e da Luca Mancini, alla batteria. Da un anno a questa parte il gruppo si è affidato a Marco Achtner, in qualità di produttore e - dopo diverse acclamate esibizioni live - ha recentemente messo a disposizione dei suoi fan un e.p. che si articola lungo sei composizioni, decisamente ben riuscite.
Cominciamo da Oblivion, vero e proprio manifesto musicale dell’approccio dei Seventh Anthem: una sezione ritmica poderosa e ficcante, sostiene le elucubrazioni chitarristiche di Marco Silvestri, mentre la voce di Danilo Gatto si concede ululati da panico che mettono i brividi. Su New Life e su Spleen l’impianto stilistico rimane molto simile ma, alcuni passaggi armonici contenuti su entrambi i brani, dimostrano come i Seventh Anthem siano capaci anche di saper essere sapientemente melodici. Nameless è una composizione solo strumentale che mette in risalto il talento di Luca Mancini alla batteria e che vede il crescendo chitarristico di Marco Silvestri fondersi nel finale con le urla disarticolate di Danilo Gatto. Buono il lavoro di Gabriele Gatto al basso elettrico, su They Want You Dead, un brano che torna ad essere cantato e che viene servito da una chitarra ben strofinata ed assillante. Molto bella, posizionata proprio alla fine di questo demo, Disappointment’s Valley, una composizione intensa e sofferta, di grande atmosfera, un brano che riesce ad esprimere per intero il disappunto di una condizione giovanile che ha più di un motivo per non guardare con ottimismo al futuro.
Chitarre lancinanti disegnano quadri oscuri all’interno di passaggi musicali quasi sinfonici che dimostrano come i Seventh Anthem non sappiano soltanto picchiare duro sui loro strumenti. Da seguire.
Articolo del
12/03/2013 -
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