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Direttamente dalle strade romane ecco arrivati sul 'retroscena' del panorama musicale nazionale i Karma in Distorsione (K.I.D.), power-trio che fa della grande voglia di tradurre in musica le proprie sensazioni il punto di forza della loro proposta. Provenienti da una discreta gavetta autonoma, i tre ‘K.I.D.’ si uniscono pochi anni or sono per dar vita a questo nuovo affascinante progetto. Ed ecco allora che i background, sostanzialmente differenti, si mescolano dando forma ad un ibrido straniante. C'è un po' di cantautorato atipico nelle liriche e nell'impostazione vocale di Snerv, tra l'altro anche basso, chitarra, pianoforte ed altro in questo primo album; decisamente più rock, tra alternative e punk, l'approccio del chitarrista Biastj; crossover allo stato brado il drumming di Tarkievitz. E crossover sarebbe il risultato finale, se si volesse dare un'etichetta alla multiforme creazione venuta alla luce. “Karma in Distorsione” è la consacrazione su disco di ciò che è stato il soddisfacente Senza Petrolio Tour del 2012, che ha portato la band a suonare, tra l'altro, in apertura ad alcuni concerti di CapaRezza. Non certo originale la scelta del titolo, se non altro indicativa della volontà di rompere sì degli schemi, ma dal loro interno. In copertina notiamo tre paia di gambe penzolanti, lugubre rinvio ad una probabile triplice esecuzione. Basta in realtà aprire la cover per scoprire che i tre proprietari di tali arti inferiori sono vivi e vegeti, e levitano nella semioscurità di un cementoso garage. Simbolismo underground.
Conciso e variegato, questo album d'esordio ci presenta otto tracce di buona fattura, che non annoiano, ogni tanto sorprendono e nella maggior parte dei casi intrigano, a volte lasciando anche spazio per pensare! L'opener è già sintetica della ricerca musicale oggetto dei tre ‘K.I.D.’: una melodia vintage e cadenzata, dall'abito rock acido e dal testo sgradevole, che ha nel titolo il suo riassunto (Vermi). La Mia Fabbrica, seconda traccia nonché singolo scelto per lanciare l'album, è purtroppo l'unica vera nota stonata dell'intero full-length: troppo breve, concitata, con il suo atteggiamento punk non molto incisivo. Non appare all'altezza della situazione. Risolleva decisamente le sorti del cd la terza traccia Senza Petrolio, vagamente punkeggiante anch'essa, ma con un piglio più deciso ed irriverente, e con un ritornello di quelli che si avvinghiano al cervello con una veemenza che lascia di stucco! Si continua con l'ottima e alienata Vivo A Tratti, brano che abbassa un ritmo fino a qui piuttosto esuberante. Prosegue su una scia simile la semi-strumentale Formicaio aka Formiriot, di ottima fattura nella sua veste rock venata di qualche scintillio elettronico; scintillio che si trasforma in protagonista del successivo brano I Palazz, semi-strumentale in cui è ora il rock ad essere relegato ad elemento accessorio. Si arriva così alla chiusura, affidata a due pezzi più intimi ma di grande impatto,Cani Randagi e Casa in Fiamme: si tratta di canzoni che parlano lo stesso linguaggio, dominate dalle liriche vaganti ed allucinanti di Snerv, ma sostenute pregevolmente da un melodioso alternative rock, impreziosito, per quanto riguarda l'ultima traccia, da un pianoforte dolcemente estroverso.
È un debut album coraggioso, vigoroso, eccentrico, in cui i tre artisti mettono in campo i loro talenti senza riserve, ottenendo un risultato quasi totalmente appagante. In particolare non mi esimo dal tributare un applauso convinto a Snerv, forse l'anima della band, sicuramente una delle voci più valide a livello espressionistico tra quelle che mi è capitato di sentire negli ultimi tempi. Ora non resta che sperare di poter veder sbocciare del tutto questi frutti che, appena seminati, hanno già lasciato intravedere verdi promettenti germogli.
Articolo del
09/04/2013 -
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