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Alkene
Hamartia
2013
Moscow
di
Fernando Rennis
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La dote principale degli Alkene è l'eleganza attraverso la quale fanno amalgamare benissimo un'anima pop con delle incursioni indie/alternative che rendono risvolti sonori e strutturali piuttosto imprevedibili. Incursioni che ricordano in certi punti i Radiohead, in altri gli Alt-j, questo a dimostrazione del fatto che ”Hamartia” è un album non solo bello ma soprattutto fresco. Il ¾ di Ovunque è una ninnananna che culla il cuore e lo guida attraverso atmosfere oniriche, mentre Attesa e Difese servono a capire quanto variegato sia l'universo della band: la prima è un pezzo rock dritto e spedito con momenti di psichedelia splendidi mentre il secondo potrebbe benissimo comparire nella tracklist di un album dell'ultimo Battiato. La titletrack non è altro che una traccia strumentale di poco meno di un minuto, Julie è uno dei momenti più intensi del disco. Ma la vera chicca è la traccia d'apertura, Satura è un pezzo ipnotico, etereo, un brano dal quale difficilmente si può uscire illesi. Gli Alkene, al primo disco vero e proprio e dopo appena due anni di pubblicazioni, sono un'ottima scoperta. Il freddo pungente della bora triestina soffia sulle lande sonore dai colori alternative internazionali, una splendida scoperta per la musica italiana, una splendida scommessa per l'estero, incrociamo le dita.
Articolo del
16/04/2013 -
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