Mai Personal Mood Cactus 2013 ForEars di Fernando Rennis

La prima cosa che salta all'orecchio non appena si entra nel mondo dei Mai Personal Mood è certamente l'ottimo assetto sonoro, la costruzione dei brani quasi maniacale e, diretta conseguenza, l'attenzione per quello che accade nel mondo della musica, non tanto italiana quanto internazionale.
”Cactus” è un album ben fatto, ricco di momenti in cui l'elettronica dei synth e programmatori e l'incedere sincopato di chitarre e parte ritmica si mescolano alla perfezione, come accade nella title track e in Boom Cornelius.
A metà album rischi di essere spiazzato da Fobie, che fa subito saltare alla mente i Cure per atmosfere dark e anni Ottanta, e subito dopo dalla dolcezza di Noi, Di Notte, Gli Errori, mentre a Coyote ti sembrerà di aver già detto o pensato che questi ragazzi abbiano cacciato fuori dai loro trulli la quadratura del cerchio.
Il fantasma dei Negramaro aleggia e più volte diventa quasi visibile e questa è l'unica pecca del disco d'esordio dei Mai Personal Mood assieme a quella di alcune lungaggini in alcuni brani che appesantiscono un po' le idee brillanti del gruppo. Ma la prima prova alla lunga distanza del gruppo pugliese è un ottimo album, ricco d'inventiva e soprattutto fresco grazie ad un suono curato che, nel duemilatredici, fa certamente la differenza.
Una nota a margine merita l'operato di Puglia Sounds che co-produce il disco ed è ormai diventata una realtà che valorizza la musica altra, quella che si muove nei canali alternativi e che difficilmente viene a galla. A dimostrazione del fatto che, senza voler fare polemiche campanilistiche ma con la convinzione di affermare un dato di fatto, anche nel meridione dello stivale ci sono momenti in cui fatica, passione e soprattutto ottime idee prendono corpo.