ED One Hand Clapping (or the Lp with One Sound) 2012 Vulcanophono di Daniele Bagnol

Dopo due shottini in un paio di anni (“Lights On, Lights Out” del 2011 ed il successivo “Desert Beyond” del 2012), si arriva alla prova di maturità per ED col suo primo Lp. “One Hand Clapping” è la naturale evoluzione dei primi due vagiti, anzi ne è la vera prosecuzione considerando anche il fatto che alcuni episodi erano già conosciuti a chi questo ED lo segue dai precedenti.
Nulla si è perso per strada: dal punto di vista sonoro, si mantiene per tutto il corso di questo suo esordio quell’attitudine indie-pop anni ’60 e ’90 fatta di sonorità calde e moderne che riporta agli A Classic Education, agli Youth Lagoon, per tornare indietro fino ad Elliot Smith.
Il suo è un pop da cameretta che disegna nell'aria melodie rotonde, essenziali ed intense, con un pathos crescente. Senza troppi giri ED arriva al dunque, riflette accerchiato dai propri pensieri e soffocato dalle quattro mura di una stanza, affacciato alla finestra e osservando che fuori il tempo continua a scorrere più velocemente.
Claustrofobia mescolata a solitudine, ma con un raggio di luce flebile che accarezza un angolo. L'ombra di Salinger qui si fa pressante, riscontrabile nelle tematiche affrontate tra l'incomunicabilità, il lutto ed il misunderstanding; lo stesso può dirsi per l'influenza del cantautorato americano che è molto evidente nel modo sensibilmente malinconico con cui racconta ogni episodio.
Il folk pop appena accennato (Don’t Shake You), l'atmosfera dreamy patinata (Missing The Point e #8), qualche afflato di paesaggi sixties (See More Glass) ed episodi di ballate rarefatte (Sybill and Muriell), aggiunti ad una scrittura apprezzabile, fanno di “One Hand Clapping” davvero un ottimo esordio.