Gomer Ma Non Dovevo Diventare Come I Beatles? 2013 CD autoprodotto di Martina Consoli

Non è di facile portata carpire l’attenzione di pubblico e critica al momento dell’esordio musicale di un artista. Occorre una miscela di ingredienti tra cui talento, musicalità, canali giusti, spigliatezza ed anche perché no una buona dose di fortuna. Il quartetto di Pesaro dal nome biblico Gomer, sembra possedere se non tutti almeno alcuni dei connotati sopra menzionati.
Di recente formazione, estate 2009, la line-up del gruppo è composta da Lorenzo Pizzorno (chitarra e voce), Gianluca Dominici (batteria) , Andrea Giaro (basso) e Filippo Piscopiello (chitarra e tastiera), ultimo in ordine di arrivo.
Il loro album di debutto dal titolo “Ma Non Dovevo Diventare Come I Beatles?”, è prettamente cantautorale sebbene contraddistinto da un’innumerevole presenza di melodie puramente orientate al rock. Si intravede lo stile di Samuele Bersani, Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, quindi dei cantautori italiani contemporanei anche se non manca una spiccata predilezione alla personalizzazione delle musiche e dei testi. Merita un plauso il cantante Pizzorno, autore di tutti i testi presenti nel disco, intrisi di riflessioni sulla psiche umana, sui sentimenti ed in generale sul senso della vita.

Il bello di questo album è che delizierà sia gli amanti del ritmo che i sognatori che si lasciano inebriare dalle parole udite. Tale percezione la si avverte sin dalla prima traccia Prima Di Un Concerto, permeata da suoni rock densi accanto assieme ad un accostamento di strofe efficacemente costruite: “Si E’ Vivi Quando Tutto Si Evolve/ Ci Si Evolve Quando Tutto Non E’ Come Prima/ Si E’ Nuovi Quando Non Si E’ Morti/ Si E’ Nuovi Se Non Si E’ Già Morti/”.
A seguire ci si imbatte in L’Estate E’ Falsa a metà tra ballad e sonorità più strong in cui si fa notare l’eco di chitarre che attinge allo stile dei menestrelli.
La canzone che dà il titolo al disco - Ma Non Dovevo Diventare Come I Beatles? - racconta il sogno spezzato di un cantante che ha perso ispirazione e motivazione ed anche qui emergono ancora una volta in superficie le efficaci melodie di sottofondo. Colpisce la ballad 23 Marzo, amara, tenebrosa e crudele riflessione su quanto sia complicata l’esistenza umana alla quale è come se ci si vorrebbe ribellare. Irriverente e beffarda la traccia Ma Che Bello, descrive una persona dedita solo all’ozio ma che in realtà cela la delusione di un amore ormai sopito.
Bravi, convincenti, mai stucchevoli : “In bocca al lupo ai Gomer!” ci resta da dire.