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Cosmo
Disordine
2013
42Records
di
Fernando Rennis
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Marco è un ragazzo che ha una gran bella voce e la sua penna scorre in maniera molto fluida quando si tratta di trovare le parole per le sue canzoni. Poco conta che coi Drink to Me lo fa in inglese e nel suo progetto solista, Cosmo, usa l'italiano. L'elettronica è ormai un tappeto troppo comodo sul quale far scivolare le linee vocali, tanto che Cosmo è un progetto realmente solista, in cui Marco suona tutto tra campionatori e synth. Il suo album di debutto è ”Disordine” e la prima cosa che lo caratterizza è il debito nei confronti di Lucio Battisti, in particolare quello di “Anima Latina” e di “Hegel”. Non sarà un caso che, da filosofo a filosofo, uno dei pezzi più riusciti del disco sia Wittgenstein col suo ritmo coinvolgente, il synth-bass che spinge alla perfezione e i giochi vocali rapiscono tutta la meraviglia della freschezza del brano. Un pregio di “Disordine” è sicuramente la tracklist, le canzoni si susseguono senza annoiare, si inizia con la spensierata Dedica per poi passare al primo singolo, Ho Visto Un Dio, che ha un retrogusto di revival anni '60 che la rende ancora più atemporale. La title-track Disordine è un altro dei momenti più alti di questo debutto grazie anche ad un testo sicuramente tra i più penetranti. “Disordine” è un disco 'fresco', non scontato, non fine a se stesso. E' un album fino troppo intimista ma proprio per questo ancora più universale, un modo per fare i conti col proprio (dis)ordine e per informare se stessi con un po' più di spensieratezza.
Articolo del
10/05/2013 -
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