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InSpiral
Habitat
2013
(R)esisto Distribuzione
di
Giuseppe Celano
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”Habitat” è il titolo dell’esordio degli Inspiral. I ferraresi scelgono un terreno di gioco molto pericoloso, battuto, eroso dai continui passaggi e da una vena creativa che di giorno in giorno tende a impoverirsi. Il concept è basato su una futura trasformazione del pianeta in cui tutti gli esseri che lo popolano si devono adattare nuovamente, praticamente la storia della terra sin dalla sua nascita). Il tutto è narrato dall’ugola Sandro Chiozzi che, nonostante il dazio pagato a James Maynard Keenan, ne esce abbastanza bene. Il rifferama ricorda molte cose fra cui i Metallica di Orion (Hunt) e, se si esclude la sinfonica opener Blink Revisited, il resto è un viaggio fra gli stilemi del post-metal che vede la band impegnata nell’altalenante tentativo di evitare buche e trappole. In alcuni momenti ci riescono bene, in altri ahimè soccombono contro la superiorità schiacciante del mondo tooliano (Primal) I passaggi progressivi che tirano in ballo anche band come i Porcupine (Pink Floyd) Tree sono quelli che ne escono meglio. Fra gli highlight troviamo Mother su cui appare anche il fantasma degli Opeth, l’ambient e una buona spruzzata di elettronica piacevole. Tirando le somme “Habitat” tradisce la mancanza di un collante che annulli una certa disomogeneità tipica di esordi, spesso troppo acerbi, ricchi d’incertezze ma anche d'altrettante tentativi apprezzabili. Passano il turno, ma al secondo step ci aspettiamo una migliore messa a fuoco.
Articolo del
21/05/2013 -
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