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”I Fantasmi Baciali”, primo LP per i Divanofobia, gruppo alternative rock bolognese capitanato da Andrea Lorenzoni, è un'esortazione poetica ad affrontare le nostre paure, le ombre che ci avvolgono, i “fantasmi” dei quali ci circondiamo. Attivi dal 2008, con alle spalle l'omonimo EP del 2011 e “Tinntus” pubblicato ad un anno di distanza, debuttano con un lavoro dalle sonorità rock, nel quale è riscontrabile un'attenzione particolare ai testi, dovuta anche all'indole poetica di Lorenzoni, anche autore di una raccolta di poesie intitolata “Parlo dentro”. Molto attenti al potere del linguaggio, hanno scelto, come nome del gruppo, un'espressione che ben esplicasse la loro volontà di movimento, di continua vibrazione. Il loro è un rock cantautoriale, sfumato tra i riferimenti a quello italiano, dagli Afterhours ai Marlene Kuntz, a quello d'oltreoceano dei Radiohead e Grizzly Bear.
Distribuito dalla Audioglobe, il lavoro di Lorenzoni è affiancato dalla chitarra “matematica e sentimentale” di Marco Senin, da quella “aggressiva ed eterea” di Marco Donelli e dalla batteria di Paolo D'Alonzo. Attivi sulla scena bolognese, tanto da farsi notare da Lucio Dalla e dal Teatro del Navile, i Divanofobia si sono affidati al produttore e batterista degli Ofeliadorme, Michele Postpischl, per la registrazione dell'album, con il quale hanno lavorato al Soporoco Studio. Nove canzoni per questo debutto ben equilibrato con testi sospesi tra i rimandi a Verdena e Godano come in Non Farti Corrompere, e melodie debitrici di un rock tra la ballad e l'alternative di L'Eremo e Compagna Con Figli con il testo in pieno stile Dente. Ci-viltà, tra folk ed elettronica, insieme all'acustica Fidia, è uno dei momenti più felici dell'album, che nel complesso risulta essere ben strutturato, ma forse troppo ancorato ai riferimenti musicali che l'hanno ispirato.
Con la scrittura originale di Lorenzoni, accompagnato da ottimi musicisti, non si fatica a credere che i Divanofobia possano crescere e maturare ulteriormente in una dimensione rock poetica che diventi ancora più personale, non solo sul piano testuale ma anche negli arrangiamenti, rimanendo legati alle sonorità del genere ma trovando una chiave di lettura propria e caratteristica.
Articolo del
22/05/2013 -
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