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Quando si ha la possibilità di incidere il proprio album d’esordio in un delizioso, nonché attrezzatissimo, studio come il Clivo di Roma e di potersi avvalere in fase di missaggio e di mastering dell’apporto più che prezioso di veri e propri pilastri della musica indipendente italiana come Tommaso Colliva e Giovanni Versari, i presupposti per dare alla luce un buon lavoro ci sono tutti. Al di là di ciò, al di là dunque dei benefici che tali fattori possono sicuramente apportare, è indubbio che per la discreta resa di un Lp siano quanto mai necessarie una forte coesione ed una enorme pazienza tra i componenti di una band, specialmente riguardo gli intenti di base e gli obiettivi da raggiungere. Contemplando con attenzione la lunga gestazione che ha contraddistinto le registrazioni del primo disco dei Naphta Narcisse è chiaro che, almeno nel caso loro, non sia mancata di certo l’unione giusta per avvicinarsi il più possibile a quell’idea di suono e di taglio stilistico che i cinque musicisti romani si erano prefissati nel periodo di scrittura.
Un album molto ponderato quello che Le Naphta Narcisse (progetto capitanato da Mirko “Caster” Marzolo e in attività già da parecchi anni) hanno ufficialmente dato alle stampe per Goodfellas ad inizio maggio. ”Narcisi Geishe” consta di una dozzina di canzoni musicalmente connotate in maniera alquanto elettrica e graffiante, tendenti, in quanto a genere, all’alternative e allo stoner più grezzi. Se, a parte qualche piccola eccezione, taglienti e ficcanti risultano essere dunque le musiche e gli arrangiamenti, non meno diretti ed espliciti si possono considerare i testi, rigorosamente in italiano e a dir poco pragmatici nei punti di vista e nelle chiavi di lettura. “Narcisi Geishe” è stato anticipato dal singolo Love Injected, sesta traccia in scaletta e, al pari di pezzi come Merilyn Globetrotter e Libero De Rubo, di sicuro una di quelle maggiormente spigolose per quel che concerne il sound. Della produzione si è occupato quasi solo ed esclusivamente il chitarrista Daniele “il Mafio” Tortora, eccezion fatta per i brani Lucy Majorette e Il Mio Avvocato, in cui si scorge lo zampino del già citato Tommaso Colliva.
Non è un lavoro immediato “Narcisi Geishe”, anche se poi a livello di coerenza musicale non sembra fare una grinza: ci vuole infatti un po’ di tempo per inquadrare bene il mood generale dei brani, le cui solide e massicce basi non sempre finiscono per coincidere con un cantato esplosivo, il più delle volte tendente a farsi straniante e non prevedibile con le singole peculiarità delle musiche. Sicuramente più che sufficiente il risultato finale anche se, in fin dei conti, non si riscontra in pieno quell’acidume e quella potenza sonica che la band riesce invece a sprigionare puntualmente on stage. Curioso sarà vedere se, già a partire dal successore di “Narcisi Geishe”, Marzolo & Co. riusciranno a fornire un taglio più live possibile alle proprie composizioni. Per il momento è comunque consigliato l’approfondimento di questa raccolta di canzoni, la cui buona qualità complessiva è senz’altro indiscutibile. Insomma: si potrà fare di meglio, si potrà produrre materiale dalle sonorità più viscerali, ma, ad oggi, “Narcisi Geishe” è tutt’altro che da snobbare.
Articolo del
30/05/2013 -
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