Holiday In Arabia Open Ending 2012 Baffo Music di Daniele Bagnol

Partendo dalla passione smodata degli Holiday in Arabia verso le pellicole sperimentali che non si chiudono semplicemente con i titoli di coda, si arriva dritti a questo “Open Ending”, prosecuzione dell’interessante EP d’esordio del 2010 della band mantovana.
Nebbie elettroniche si ammassano nell’apertura di 1960, per poi dipanarsi gradualmente nella successiva Cosmos (col supporto vocale di Pietro Paletti, ormai vero folletto italico che zompetta da un disco ad una collaborazione), dance-pop appiccicosa dai contorni spazio-temporali quasi indefiniti. Con Around Me ci si avvicina, mantenendo comunque le debite distanze di sicurezza, ai primi The XX con un forte impatto di synth sugli arrangiamenti minimal ad effetto allucinogeno.
Dopo la lunare Low Pass, troviamo l’investimento più corposo della coppia Holiday in Arabia, (Im)patience, che strizza l’occhio palesemente ai Depeche Mode più new-wave e si scioglie nelle atmosfere dark tra richiami a Faris Badwan (The Horrors) e le profondità terrestri di Harry McVeigh (White Lies).

L’apertura dello stargate fino agli anni ’80 per Sebastiano Confetta e Marco Ghidelli vede poi il suo naturale avanzamento con la poliziesco-italiana Petrolio ed i suoi samples direttamente da “Milano Calibro 9”: da qui fino alla chiusura del disco, infatti, troviamo la vera anima del lavoro, quel finale aperto che rende “Open Ending” una potenziale soundtrack dai risvolti misteriosi ed interpretativi che raggiunge l’apice con Tegel, soave valvola di sfogo tra sonorità cosmiche ed atmosfere rarefatte che viaggiano verso l’infinito in una dimensione parallela.
Ciò che ne viene fuori alla fine è un buon lavoro di produzione ed altrettanto di capacità artistiche, ma che in alcuni punti sembra confezionato in modo quasi asettico.
Articolo del  17/06/2013 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati