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Debutto da non sottovalutare per una band, i Dada Tra, ancora giovane (formatasi nel 2010), eppure molto esperta, essendo il connubio di una serie di personaggi già ben inseriti nel fruttifero sottobosco musicale nostrano. Per la precisione si tratta di Camillo Achilli (basso), Stefano Battiston (voce, chitarra e tastiere), Corrado Campanella (chitarra), Stefano Gilardone (batteria) e Edoardo Stramesi (chitarra, recentemente sostituito da Gege Picollo). Cinque componenti provenienti da percorsi musicali non affini, eppure uniti dalla medesima voglia di calcare il palco da protagonisti, divertendosi e proponendo tracce della loro personalità, producendo opere che rappresentino la propria essenza e in cui vi sia un contributo di fondo da parte di tutti, senza limitarsi ad essere meri esecutori. Perlomeno è questo che si evince dal florido album d'esordio “Sequoya”. Nove tracce fluide, effervescenti, a volte malinconiche, quasi sempre di grande intensità, si alternano in questo full length di ottima qualità. Si nota la mano sapiente dei cinque musicisti, come anche la sagacia del missaggio di Stefano Resca, praticamente impeccabile. La caratteristica che più colpisce è la versatilità della band che, come accennato in fase di presentazione, dimostra coraggio nell'inserire tante sfaccettature differenti a livello musicale, testi in inglese, in italiano, una traccia strumentale: insomma, tutto ciò che esemplifica il repertorio a disposizione. Questo destabilizza l'album, in quanto non vi è un'apparente linea comune, ogni traccia è una storia a sé, senza alcuna soluzione di continuità. Ma direi che più che un limite, la mancanza di stabilità diventa un punto di forza, in quanto porta l'ascolto a non divenire mai noioso, pure nei momenti meno riusciti: e non che ne manchino, anzi. Stentano in particolar modo a decollare la terza traccia Percepitium e la sesta Recovery Signs (il riff più accattivante del cd, ma poi nulla più...). Tuttavia, si tratta degli unici due episodi realmente difficoltosi, e comunque ben lontani dal risultare sgradevoli. Inoltre, sono ben bilanciati da alcuni pezzi davvero di grande spessore musicale! Il riferimento è a Shine Today, seconda traccia dal sapore estivo e vivace, a Di Pancia Vestita (Marta), splendida strumentale acustica (probabilmente il miglior brano dei nove), e ad Afa, il miglior brano in lingua italiana, sofisticato al punto giusto.
Dunque è un debutto che funziona in quasi tutti i suoi ingredienti, in cui il lavoro del gruppo si vede e risulta di livello altissimo coralmente, ma anche singolarmente, perché se il lavoro delle chitarre, fatto di trame musicali avvolgenti, la fa da protagonista, è comunque non indifferente la parte ritmica, sempre trovare puntuale e sostenuta, e tantomeno passa inosservato l'ottimo cantato (in entrambe le lingue) del vocalist, preciso e mai eccessivo (anche se un tocco di personalità in più in tal senso sarebbe consigliato!). Detto questo, la prima prova è superata a pieni voti...ma è pur sempre la prima! Non resta che aspettare le future conferme, e nel frattempo godersi quel che già ci è stato dato: una speranza.
Articolo del
18/06/2013 -
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