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Antonio Ragosta
Il Mare e l’Incanto a Roma Est
2013
SLAM Records
di
Antonella Castaldi
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Se si dovesse sintetizzare un album in due parole riuscendo però a coglierne l’essenza, queste sarebbero sicuramente semplicità e spontaneità. Al suo debutto il chitarrista Antonio Ragosta, napoletano d’origine e romano d’adozione, mette su un progetto unico nel suo genere che vede coinvolti eccellenti musicisti, tra cui spicca il nome del violoncellista Paolo Damiani, e in cui al filo conduttore del più tipico jazz (La Ronda) si agganciano con estrema naturalezza per giunta e senza nessuna grinza di artificiosità, le linee melodiche della classica (Invisibile), della folk (L’Ultimo Baol), nonché le sinuose ritmiche del blues (Variabile), pubblicando così un album eclettico, multiforme, ma allo stesso tempo pulito, bilanciato ed estremamente gradevole, piacevolezza favorita anche dalla accettabile durata del lavoro che supera di poco i cinquanta minuti.
Ascoltando ”Il Mare e l’Incanto a Roma Est” risulta facile accostare il nome di Ragosta a quello di un altro interessante jazzista, il barese Vincenzo Maurogiovanni: entrambi infatti partono da una solida base classica per rielaborarla in chiavi originali, ma sempre rispettandone i canoni, ed entrambi offrono al loro pubblico soffici atmosfere evocative, dal primo pescate nello scrigno dei ricordi e nelle immagini impresse dei quartieri ad Est della Capitale, dal secondo invece ispirate da una certa tendenza classicistica e dalla cinematografia. Come esordio, “Il Mare e l’Incanto a Roma Est” risulta davvero un album godibile ed interessante, capace di allietare l’animo e di infondere pacatezza e serenità: un’ottima prova, dunque, per Antonio Ragosta che merita un bell’otto in pagella.
Articolo del
23/06/2013 -
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