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Sir Rick Bowman
Shades of the Queue
2013
CD autoprodotto
di
Daniele Bagnol
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Sir Rick Bowman (al secolo Riccardo Caliandro) è un giovane musicista toscano che presenta il suo esordio autoprodotto: un disco il cui sound apparentemente sfugge ad incastri netti di influenze specifiche ma che, ad uno secondo ascolto e dando soprattutto uno sguardo alle liriche, piazza tutte le carte in tavola. Tanti sono infatti i riferimenti che possono essere trovati spulciando nei testi, per lo più ricollocabili all’epoca d’oro del britpop, al quale Sir Rick Bowman deve molta della sua ispirazione. Un esordio in punta di piedi questo “Shades of the Queue”, troppo timido in alcuni tratti, troppo freddo in altri: nonostante ciò il lavoro scorre abbastanza fluido grazie ad una accurata scaletta che parte dalla spavalderia incalzante di Changes per toccare ballate tipicamente di matrice britannica più vicine al folk campestre come Tied Down in cui l’atmosfera si fa molto più intima, o la spensieratezza dandy di Dear Mr. Time (che tanto deve al Noel Gallagher di Don’t Believe the Truth). Il tutto poi ci porta alla fermata conclusiva del viaggio, a mio avviso il punto forte dell’album, fatta di episodi con una coda accentuatamente visionaria come la seconda metà dell’ottima The Tails Collector oppure il tappeto sonoro lievemente psichedelico di Stop, per non parlare poi della galoppante traccia di chiusura Ghost. Guardare dal finestrino del treno la campagna inglese che scorre veloce alternandosi a profili di paesi di provincia, ecco come appare “Shades of the Queue”.
Articolo del
16/07/2013 -
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