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Si parla abbastanza bene di loro già da un po’, soprattutto in Brianza e zone limitrofe. Sono giovani, sfrontati, efficaci e in tre: Luca Vecchi (voce e chitarre), Paolo Garzillo (basso), Giovanni Garzillo (batteria). La discreta ascesa che sta riguardando i NiCE nel panorama indipendente italiano (nello specifico quello settentrionale) non è infatti da sottovalutare. D’altronde è impossibile non riconoscere il carisma e la schiettezza che connotano il registro stilistico ed espressivo di questo buon progetto. Progetto che sa sicuramente il fatto suo e che, a livello concertistico, sembra essere in grado di macinare davvero tanto, dando semplicemente il meglio di sé. È uscito una manciata di settimane fa un nuovo lavoro in studio dei NiCE, ovvero l’ideale seguito di “Nuova Babele”, il loro disco d’esordio del 2012. In questo caso non si tratta di un album, bensì di un Ep tutto sommato interessante e per nulla evanescente, dato alle stampe nel momento giusto e indubbiamente facile da assimilare nella sua interezza per via del ridotto minutaggio complessivo che lo caratterizza. L’Ep s’intitola ”Nuova Babele? FELIX CULPA!” ed è fuori grazie all’appoggio della Inconsapevole Records. I NiCE hanno scelto di metterlo a disposizione degli ascoltatori gratuitamente, fornendo loro stessi il link per procedere con il download e suggerendo, inoltre, anche un file apposito in PDF per stamparsi il booklet. Nel mini cd figurano sei pezzi: quattro sono già editi – ma risuonati – in quanto presenti nella raccolta passata; due risultano essere in pratica delle versioni alternative della seconda composizione in scaletta, vale a dire Errore Di Ciclo Ridondante.
Il primo brano dell’Ep è Qualcosa D’Importante, opening-track anche in “Nuova Babele”. Trattasi di una traccia sicuramente dirompente, tutta giocata sull’interazione sonica fra chitarra elettrica, basso e batteria. I fraseggi di chitarra risultano abbastanza moderni e per certi versi “comuni”, molto sullo stile dei Super Elastic Bubble Plastic di Gionata Mirai e, come si può immaginare, anche dei più noti Il Teatro Degli Orrori. Chiaramente ciò comporta però anche delle rievocazioni post-hardcore anni Novanta tipicamente statunitensi. Le liriche sono in italiano e nel cantato rabbioso e delirante di Vecchi si scorgono addirittura sfumature che è possibile riscontrare facilmente nelle rock band italiane di oggi: così su due piedi sembra quasi di notare ad esempio delle affinità con gli Heisenberg, intrigante progetto musicale romano che lo scorso anno ha realizzato il suo Ep d’esordio dal titolo “Immaginarie Linee Matematiche Tra Cielo E Terra”. Al di là di questo, il brano non dispiace e non manca sicuramente di catturare l’attenzione di chi ascolta per via dell’attitudine rumoreggiante che non guasta affatto. Con la successiva e già citata Errore Di Ciclo Ridondante ci si sposta improvvisamente su ben altri territori sonori: il pezzo è strumentale e la sua impostazione è tutt’altro che rock e roboante; di primo acchito pare strizzare l’occhio al dream pop per via del suo carattere soave ed etereo. I primi secondi di Quoque Tu, terza canzone in scaletta, lasciano subito intendere come in questo episodio i NiCE tornino prepotentemente a “picchiare” e a denotare potenza, sudore. Come nel caso di Qualcosa D’Importante, si avverte qui un atteggiamento squisitamente alternative; questo perché il power trio lombardo non fa altro che ricercare l’esplosività. Quando si arriva a Decalogo le cose cambiano di nuovo: stavolta il mood è meno spedito ma alquanto convincente. Vecchi declama versi in grado di non annoiare anche per via della pregevole base musicale che li sostiene. L’Ep termina poi con le suddette versioni particolari di Errore Di Ciclo Ridondante: nella prima c’è lo zampino di Marco Fiorello che va a stendere parole in inglese sul tappeto sonoro realizzato dai NiCE; nell’altra Alessio Carli ed Alessandro Sebastian Morandi vanno a contaminare elettronicamente la traccia tramite il sofisticato assemblaggio della drum machine, delle chitarre, dei loop, dei synth e delle programmazioni. Insomma, due esperimenti ben riusciti.
Nel concludere si può dire che i brani presenti all’interno di “Nuova Babele? FELIX CULPA” Ep siano in grado di far comprendere la versatilità del gruppo, magari non proprio innovativo e sorprendente in fatto di soluzioni, eppure, in fin dei conti, apertissimo alla sperimentazione e per sua natura disposto a mettersi in continua discussione. A questo punto è però necessario ascoltare delle nuove canzoni per inquadrare meglio tanto la band quanto il percorso artistico di Vecchi e soci. Si attendono sviluppi in merito.
Articolo del
31/07/2013 -
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