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The Child of A Creek
The Earth Cries Blood
2013
Seahorse Recordings
di
Francesca Ferrari
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Il termine folk è riduttivo per un disco come ”The Earth Cries Blood”, e dire cantautore italiano non descrive pienamente The Child of Creek. Nel primo caso perché il disco mescola un vago sapore folk con sonorità prese dalla sacra enciclopedia del progressive inglese DOP, con i Jethro Tull in prima posizione, richiamati soprattutto a tratti dalla voce stessa del cantautore nostrano. Ma ci sono anche un pizzico di Pink Floyd e un q.b. di Genesis. Nel secondo caso perché a parte la faccia questo artista musicalmente a ben poco. A fare da contraltare al passato prog ci sono però anche alcune di quelle caratteristiche che al momento stanno rendendo la scena indie-folk americana una delle più interessati con gruppi difficilmente identificabili in un solo genere come ad esempio i Built to Spill. A ribadire le ascendenze folk è la chitarra, fidata compagnia e base strumentale di tutto il disco, sia in versione languidamente acustica, che malinconicamente elettrica. Le atmosfere sono rarefatte e notturne e la mancanze di strumenti percussivi rende il tappeto sonoro più morbido e intimo, quasi da ascoltare in reverente silenzio, perfetto per sorreggere pensieri autobiografici e personali per lo più sussurrati con un vibrato a tratti un po’ incerto, come in un racconto dalle tinte spesso cupe come gli arpeggi che le accompagnano. Il respiro è Europeo e probabilmente di troppo alto profilo per essere veramente compreso nel ristretto mercato “indie” europeo, o forse semplicemente troppo esterofilo per un mercato fatto più di mode e di passaparola che di musica vera, e non stupisce che la ricezione all’estero, per lo meno per i lavori precedenti, sia stata buona. I richiami diretti o indiretti che vengono alla mente ascoltando “The Earth Cries Blood” sono molti e spesso forse un po’ troppo immediati, ma a rimettere le carte in gioco è il fatto che non stiamo parlando di un artista anglosassone, ma di uno italiano, che forse avrebbe più fortuna nella terra di Albione che nella nostra povera vecchia cara Italia.
Articolo del
28/08/2013 -
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