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”La Luce Nelle Nuvole”: quale titolo più visionario e suggestivo poteva scegliere Paolo Cattaneo per sintetizzare la magia e l’equilibrio che pervadono il suo nuovo lavoro in studio? Difficile, davvero molto difficile dirlo. Più facile riconoscere invece le peculiarità principali di un album arrivato dopo la pubblicazione dell’impeccabile Ep del 2011 “Il Gioco”. Raffinatezza sonora, leggiadria musicale, efficacia e sensibilità testuale, modernità e dinamicità a livello di arrangiamento: ecco cosa arriva prima di tutto ascoltando le nove canzoni presenti nel cd in arrivo nei negozi il prossimo 11 ottobre. È doveroso constatare che la buonissima resa de “La Luce Nelle Nuvole” è stata anche garantita dai numerosi colleghi di Cattaneo che hanno preso parte tanto alla scrittura quanto alla costruzione e alla realizzazione dei brani terminati nella tracklist definitiva. Per quanto riguarda i testi, ad esempio, l’autore lombardo si è avvalso del contributo di due versatili e validissimi parolieri nostrani: Stefano Diana, che lo scorso anno co-firmò il testo di Una Buona Idea di Niccolò Fabi (primo singolo estratto dall’album “Ecco”), e Giovanni Peli. Se il primo è andato a riempire con le sue parole le musiche di ben cinque pezzi (L’Innocenza, Mi Aspetto Di Tutto, Come Per Miracolo, Tarda Pure e Ammirazioni Folli), il secondo ha invece messo lo zampino in Col Mio Ritmo e Roma Milano. Senza considerare Le Tue Ali (vecchia canzone di Mario Lavezzi racchiusa nel suo disco d’esordio del 1976 “Iaia”), l’unico componimento interamente scritto da Cattaneo è Non Ho Rabbia Non Ho Pietà, brano molto essenziale in quanto a suoni e a liriche, eppure assolutamente toccante e puro nella sua poeticità (meraviglioso, tra l’altro, il seguente passaggio: “Non ho rabbia non ho pietà / anni dopo la stessa età / quanta luce nelle nuvole / quanta vita nelle mani avrò”).
A proposito di ospiti e di collaborazioni, come non segnalare il lavoro alla batteria del componente degli Aucan Dario Dassenno in Come Per Miracolo? e come non elogiare il talento rarissimo di Riccardo Sinigallia sia nella produzione della canzone Tarda Pure che nell’inserimento di elementi elettronici in Le Tue Ali?. Se ci mettiamo poi anche l’impronta, la partecipazione vocale di Lele Battista in Mi Aspetto Di Tutto, va da sé che l’artista bresciano non si sia fatto proprio mancare nulla per questo suo terzo album ufficiale, seguito ideale del delizioso “Adorami E Perdonami” (primavera 2009, co-produzione artistica di Daniele Sinigallia). Ma in tutto ciò, come suona questo disco? In parte lo si è già fatto capire evidenziandone una considerevole modernità dal punto di vista degli arrangiamenti. Queste nove canzoni manifestano del resto un acceso ibridismo specialmente per quel che concerne il sound e l’evidente commistione di generi che si palesa con il passare dei minuti. Se il synth pop, la wave e l’elettronica sembrano essere le componenti maggiormente costanti, non si può comunque non riscontrare, ad esempio, la presenza tutt’altro che marginale degli archi e dei fiati supervisionati da Oscar Del Barba. Non fa una grinza questo album, c’è poco da dire. È un disco pensato e suonato con estrema lucidità e perizia. Un disco fatto con gusto e che testimonia perfettamente quanto la canzone d’autore possa davvero giovare della contaminazione musicale senza per questo perdere i suoi tratti distintivi più intriganti e, se vogliamo, “artigianali”. Cattaneo l’ha capito molto bene già da un po’, e per fortuna non è il solo. Non è un caso che artisti come Diego Mancino, Roberto Angelini, Giangrande, Dulcamara e lo stesso Sinigallia stiano portando avanti un discorso simile da qualche annetto con risultati a dir poco incoraggianti.
Articolo del
04/10/2013 -
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