|
Seconda prova in studio per i Tunatones, band veneta dal sound di stampo squisitamente rockabilly con venature surf formatasi nel 2011. Se nel febbraio del 2012 il gruppo capitanato da Andrea Michelon Prosdocimi, alias Mike 3rd, era riuscito a fare subito centro con la pubblicazione del frizzantissimo “iTunas” (molto apprezzato dalle riviste online del settore), lo scorso 2 aprile l’eclettico trio musicale ha sfornato un degno, e sicuramente più maturo, successore. ”Vulcano”, composto da nove tracce inedite e da una curiosa rivisitazione di tre classici dell’hard rock e del metal intitolata Heavy Medley, è un disco scritto in tempi rapidissimi. «Al termine delle registrazioni di “iTunas” – spiegano i diretti interessati – avevamo già pronte nuove canzoni per un secondo album. Durante il tour alle Canarie dell’estate 2012 ci siamo confrontati con un regista del luogo, che lavora molto in Olanda e in Inghilterra, e con il nostro agente per la Spagna: dalle riunioni tra i vari concerti si è così materializzato “Vulcano”, omaggio all’omonimo Monte Teide, il vulcano più alto di Spagna». Insomma, a quanto pare, dopo l’uscita e il tour promozionale di “iTunas”, la band non si è fermata un attimo, continuando a macinare in maniera considerevole. Ciò non toglie comunque che i Tunatones abbiano lavorato sodo in studio, con l’obiettivo di evitare di dare alle stampe un cd che fosse la fotocopia del precedente. E in effetti, nonostante qualche inevitabile analogia con il precedente album, “Vulcano” denota sicuramente meno prevedibilità e più eterogeneità: in poche parole è maggiormente strutturato rispetto al suo predecessore.
Sicuramente la tendenza a creare pezzi concitati e ballabili resta tutto sommato intatta all’interno di un Lp registrato presso il Prosdocimi Recording Studio e masterizzato da Ronan Chris Murphy. Al di là ciò, è comunque impossibile non riscontrare nell’album una varietà di suoni, soluzioni ed atmosfere che in iTunas non erano di certo così variegate e molteplici. Spieghiamoci meglio: “Vulcano” è un lavoro che contiene in pratica due tipologie di brani: da una parte si trovano dei componimenti spumeggianti e graffianti (si pensi a El Tiburon, Rockin’ The Highway, Me And My Motorbike, Like A Goddess, Honkin’ Horns, Bonneville Speed e la già citata Heavy Medley), dall’altra ecco invece palesarsi episodi tanto insoliti quanto assolutamente intriganti. È il caso di Night Has Never Been, Take Surf e B.F.D.. Se nel caso di Night Has Never Been troviamo i Tunatones alle prese con un pezzo dalle sonorità morbide ed avvolgenti (un misto tra il Nick Cave di Henry’s Dream, il Mark Lanegan di Whiskey For The Holy Ghost e il Dave Gahan in versione crooner), già con Take Surf i ritmi tornano a farsi leggermente più veloci. Ne viene fuori quindi un pezzo davvero interessante, contaminato. Un pezzo in cui sembra di sentirci sprazzi di Calibro 35 mescolati con Ronin e Guano Padano: veramente un grande brano. Cosa dire invece di B.F.D.? Che ha sicuramente un taglio alquanto retrò, che è molto ispirata e romantica e che, in fin dei conti, lascia intravedere un altro aspetto dei Tunatones che sino ad oggi era tutt’altro che conosciuto. Un disco immediato ma al contempo molto pensato questo “Vulcano”. Un disco che, con alta probabilità, suonerà ancora meglio dal vivo. Del resto si percepisce chiaramente come queste canzoni siano nate e siano state costruite con l’obiettivo di ammaliare, di far scatenare e ballare la gente sottopalco.
Articolo del
25/10/2013 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|