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Simone Avincola
Così Canterò Tra Vent’Anni
2014
Helikonia
di
Alessandro Basile
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Uscito nei primi giorni del 2014, “Così Canterò Tra Vent’Anni” è il secondo album d’inediti di Simone Avincola, caparbio ed eclettico compositore romano classe ’87. Il disco rappresenta l’ideale seguito de “Il Giullare E Altre Storie”, discreta autoproduzione del 2009 che ricevette sia un buon feedback dalle radio e dalle riviste indipendenti italiane, sia importanti apprezzamenti da parte di illustri colleghi del giovane artista tra cui Paolo Conte ed Edoardo De Angelis. Rispetto proprio a “Il Giullare E Altre Storie” questa nuova raccolta di canzoni originali manifesta fin da subito un utilizzo più corposo, lungimirante e soprattutto maturo degli arrangiamenti. I quattordici pezzi in scaletta non mancano infatti di palesare parecchie chitarre, tanto acustiche quanto elettriche. Altrettanto ricorrente è poi l’uso di uno strumento sempre molto suggestivo e dal suono gradevole quale la fisarmonica – discorso simile pure per armonica e sax che fanno spesso capolino. Insomma, si tratta di un disco ben suonato e su questo non c’è dubbio. Un disco diretto, sorretto da un linguaggio brillante e versatile, capace di passare da registri evocativi ad altri maggiormente spigliati e disinvolti senza per questo accusare troppo il colpo. Bisogna dire che il meglio Avincola lo dà quando tenta di raccontare storie o di ricordare persone a lui care. E in tal senso brani come Marinaro, Lettera Da Sant’Anna Di Stazzema e Anna sintetizzano benissimo questa sorta di esigenza, specialmente perché coadiuvati da splendide musiche. Abbastanza coinvolgenti al tempo stesso i componimenti dalle radici più “folkloristiche”: Er Bandito, Non Ho Mai Visto e Gira Il Mondo i più convincenti. Poco entusiasmanti invece gli episodi in cui, nonostante la buona volontà, si scorge prevedibilità a livello testuale e sonoro. Qualche esempio? Invisibili, Canzone Stupida, Abbiamo Noi Il Potere, Per Le Sette Meno Un Quarto (qui presente in una scarna versione live) e poi la title-track che chiude l’album. Sebbene risulti essere nel suo insieme un buonissimo Lp, “Così Canterò Tra Vent’Anni” ha però anche un difetto abbastanza evidente: l’eccessiva lunghezza complessiva. E su tale punto c’è poco da dire: esagerato il numero di tracce. Ne bastavano dieci al massimo, se non nove. Ed esagerato di conseguenza il minutaggio totale che supera addirittura i cinquantacinque minuti. Va detto però che un aspetto del genere non finisce certo con l’influenzare in maniera così negativa il giudizio di un disco che supera ampiamente la sufficienza.
Articolo del
22/01/2014 -
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