Junkfood The Cold Summer Of The Dead 2014 Blinde Proteus/Trovarobato Parade di Ida Stamile

Simbolismo celato in un ossimoro, oscurità velata e racchiusa all'interno di un titolo ”The Cold Summer Of The Dead” (traduzione dell’ultimo verso della poesia “Novembre” di Giovanni Pascoli) che sprofonda nel labirinto strumentale di un sound dalle tinte forti, estreme ed emotive, nella foschia di una spirale ritmica che non necessita della forza della parola.
Questa è la nuova strada intrapresa dai Junkfood di Paolo Raineri, Michelangelo Vanni, Simone Calderoni e Simone Cavina dopo il precedente “Transcience” (2011), questo è il cammino solenne e corporale apparentemente senza luce di “The Cold Summer Of The Dead”. Prodotto da Tommaso Colliva e registrato in presa diretta alle Officine Meccaniche di Milano, l'album si nutre della decadenza eversiva, della claustrofobia metallica, dell'immediatezza oscura che aleggia spettrale nella saturazione del suono.
Le atmosfere si fanno così crepuscolari, le sonorità sempre più empatiche modellando un ibrido sonoro ebbro e surreale pregno di cupo post rock, chiaroscuri di noise sghembo e mathcore granitico, plasmando un'anima libera che vaga tra visioni avant – jazz ed incubi elettronici.
Nell'ellissi ciclica e rumorista di inizio e fine (In, In Circles), vagano fantasmi immersi nel folle caos ritmico (Days Are Numbered), tra tenebre orientali (The Maze) e trame oniriche (On Canvas), sogni funebri (The Quiet Sparkle) e malsani deliri (Below The Belt).
Un album anticonvenzionale dunque che esplora paesaggi strumentali e creativi interessanti e che nella definizione pulita del suono e nella sua perizia tecnica acquisisce inoltre maggiore forza e profondità sonora. Terrori e incanti, sogni disperati e segreti incustoditi si muovono grevi lungo la ineluttabile e sottile linea di confine tra rumore e silenzio, vita e morte, dannazione e redenzione.
Articolo del  12/02/2014 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati