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E’ un ritorno di quelli che fanno una certa sensazione, quello dei gothic rockers milanesi Macbeth, non fosse altro che per la lunga pausa che ce li aveva quasi fatti dare per dispersi dopo il clamoroso successo internazionale ottenuto con “Malae Artes” e “Superangelic Hate Bringers”. Già da qualche anno infatti le scarse notizie sulla band filtravano soprattutto grazie alle collaborazioni dei singoli membri, in particolare di Morena, ad altri progetti ad ampio spettro musicale. ”Neo-Gothic Propaganda” ci dà parecchio di cui parlare, a livello di contenuti e di svolte stilistiche, e sicuramente ci offre qualche delucidazione sulla sua lunghissima gestazione. Questo nuovo lavoro, infatti, è indiscutibilmente il più complesso e articolato nella discografia dei Macbeth, e li distacca nettamente dalle scontatezze e dalle banalità di un sound gothic rock troppo impostato sui cliché che più o meno tutti conosciamo. Meno malinconia elegiaca, più evidenti influenze metal, temperate da eleganza e stile alla Lacrimosa. Non solo un album brillante, ma che potrebbe segnare un punto di riferimento per la scena gotica italiana. Scent Of Winter è il singolo di lancio e ci offre un primo saggio della nuova forma espressiva della band. Da subito notevole il lavoro delle chitarre, che danno un taglio nettamente più aggressivo a queste 10 nuove canzoni. L’ottima sezione ritmica di Slow Motion Tragedies accentua questa tendenza nel refrain, il contrasto in questo caso è con la grazia delle strofe, che a tratti sembrano rivelare addirittura qualche coloritura folk. Discorso parallelo per Void Of Light, più ammiccante al symphonic. In Last Night In Shanghai a dominare sono le tastiere che sostengono le voci di Andreas e Morena, ci giocano, le valorizzano e imbastiscono un brano suggestivo e ricco di personalità mentre con I Don’t Care Of Being Just Like You la band trova forse l’equilibrio migliore tra elementi pesanti e melodie accattivanti. Più morbide e seducenti Empire’s Fall e Dogma, Opaque rende giustizia alla bellezza e all’estensione di entrambe le voci in un brano appassionato e coinvolgente. Little Spark parte con un riffing più solare e leggero, decisamente atipico per un pezzo gothic, ma cambia quasi subito direzione grazie alla voce di Andreas che tira fuori una rabbia inedita negli album precedenti, ma già emersa in questa nuova tracklist, e al contrappunto sempre impeccabile delle tastiere. The Archetype conclude con una puntata nel gothic più moderno, teso e al tempo stesso incalzante, con un riffing importante e un gran bell’assolo. Le innovazioni apportate al songwriting e all’approccio ai brani sembrano aver fatto crescere enormemente i Macbeth anche a livello di attitudine e di tecnica. Bentornati quindi ai nostri gothic rockers, e un incoraggiamento a proseguire sulla strada di una sempre più netta caratterizzazione della loro musica, che qui suona agile e incisiva come non mai, senza perdere nulla dell’eleganza che li ha sempre caratterizzati.
Tracklist: 1) Scent Of Winter 2) Slow Motion Tragedies 3) Void Of Light 4) Last Night In Shanghai 5) I Don’t Care Of Being Just Like You 6) Empire’s Fall 7) Dogma 8) Opaque 9) Little Spark 10) The Archetype
Articolo del
25/02/2014 -
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