|
BENVENUTO SU EXTRA! MUSIC MAGAZINE - La prima rivista musicale on line, articoli, recensioni, programmazione, musicale, eventi, rock, jazz, musica live
|
|
|
|
|
|
The Gluts
Warsaw
2014
PuNcHcAKe Production
di
Leonardo Micheli
|
|
Il progetto The Gluts nasce nella provincia milanese alla fine del 2010. La band è composta da: Nicolò Campana (voce), Marco Campana (chitarra) e Claudia Cesana (basso). ”Warsaw, registrato tra Milano e Domodossola, è intriso di rock psichedelico (The Stooges), new wave (Joy Division) e inframezzi shoegaze. Le atmosfere dunque sono squisitamente darkeggianti. Il basso, elemento trainante di ogni traccia, e la batteria dinamica relegano sullo sfondo la voce baritonale del cantante. Per quanto lodevoli siano le intenzioni di ispirarsi ai gruppi citati sopra bisogna ammettere che trasuda una certa forzatura nello sforzo di emulazione. Non sempre l’aver imparato a menadito la lezione è sinonimo di buona musica. L’ originalità ne risente fortemente non permettendo alla band di esprimersi al meglio. Rag Doll apre l’album in modo accattivante, i Joy Division, il punto di riferimento, la traccia è un canto di dolore contro la violenza perpetrata ai danni delle donne; le chitarre squarciano con suoni taglienti e la struttura compositiva è eterogenea grazie ad accelerazioni e brusche frenate che ne dilatano i tempi di ascolto. Fin qui tutto sembra presagire per il meglio. Con PBP si cambia rotta, entrano in scena i The Stooges grazie allo stile canoro del vocalist che non lascia alcun dubbio in merito. Come nella precedente traccia la struttura compositiva segue le stesse modalità, procedendo con l’ascolto la trama si rende nebulosa e ripetitiva non permettendo all’ascoltatore di cogliere un qualcosa di variabile che lo faccia ritornare indietro per riascoltare con maggiore attenzione questa o quella traccia. Con Enemies il ritmo si fa più ipnotico e meno convulso; la voce sembra esplorare altri lidi, le accelerazioni taglienti rimandano ai Sonic Youth. Vietnam segue i dettami sonori della precedente traccia, il testo racconta della guerra vista attraverso gli occhi di un adolescente vittima di abuso per mano di sedicenti salvatori. Uno dei pezzi più interessanti insieme a Rag Doll. Si chiude con Don’ t Believe In Fairy Talesdove l’andamento sognante stride con il cantato che si ripete monocorde come in precedenza. Sostanzialmente il disco può aggiudicarsi la sufficienza motivata dal fatto che le fonti di ispirazione sono più che nobili. A conti fatti la creatività rimane imbrigliata nella mera ripetizione e questo pregiudica un guizzo personale che vada al di là. Se la band capirà, questo è certo che nei prossimi anni potrà regalarci momenti interessanti. Varsavia non è più quella dei Joy Division, è una città dinamica che ha voltato le spalle al comunismo andando a nozze con l’occidente.
Articolo del
09/03/2014 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|
|
//www.youtube.com/embed/31DlDp4cpek
|
|
|
|
|
|
|
|
|
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|