Uscito lo scorso 22 aprile per conto di New Model Label, “Signore E Signori Buonanotte” è il secondo lavoro in studio del pescarese Alex Bandini, ideale seguito di “Piccole Catastrofi” del 2012 pubblicato però con lo pseudonimo IlSogno IlVeleno. Le undici canzoni racchiuse nel disco sono state incise tra il settembre e il novembre del 2013 in quel di Atri, in provincia di Teramo. Per l’occasione Bandini e i suoi musicisti hanno avuto l’opportunità di ultimarle presso le Scuderie del Palazzo Ducale (i pianoforti e le parti di flauto traverso sono state registrate invece all’interno del Teatro Comunale della città abruzzese). Missato dal giovane cantautore assieme a Nicolò Spezialetti, “Signore E Signori Buonanotte” è stato infine masterizzato a gennaio da Giovanni Versari presso il rinomato La Maestà Studio di Tredozio (FC). Contraddistinti da sonorità molto analoghe a quelle in voga in Italia tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, i brani in scaletta risultano prodotti non solo con gusto, ma anche con estrema meticolosità. Bandini e Gianluigi Antonelli hanno scelto di accentuare il taglio retrò e nostalgico dei testi e delle musiche optando per arrangiamenti sontuosi, oltreché raffinati e il più possibile acustici. Attenzione: acustici, non scarni, non essenziali. Non minimali. A livello sonoro “Signore E Signori Buonanotte” è un pregevole concentrato di archi, fiati, pianoforti e chitarre. Ci sono degli evidenti rimandi al De Gregori e al Dalla degli anni Settanta, questo è innegabile. Così come è innegabile una certa affinità con il sound di dischi realizzati di recente tanto dal progetto palermitano Dimartino, quanto da Nicolò Carnesi, Simone Avincola e Daniele Scarsella. Bandini dimostra di essere un abile giocoliere in fatto di parole. Guarda molto al passato, finendo col ripescare certi atteggiamenti e certe abitudini tipiche di decenni ormai lontani. Se da una parte una scelta di questo tipo crea una non indifferente suggestione, dall’altra rischia però di annoiare. E infatti l’interesse verso i contenuti dei pezzi va in pratica ad attenuarsi ben presto. In tutto ciò, le sonorità particolarmente barocche e mai asciutte non rendono proprio imprevedibile l’intera raccolta. Insomma, se ascoltando per la prima volta le canzoni iniziali dell’album capita di provare stima e simpatia per la proposta, dopo pochi minuti la sensazione di trovarsi di fronte ad un gioiellino svanisce in men che non si dica. Fosse stato un po’ più eclettico ed eterogeneo almeno sotto l’aspetto musicale, “Signore E Signori Buonanotte” avrebbe consentito di sicuro di dar vita ad una recensione, ad un’analisi alquanto positiva. E invece ci si ritrova a fare i conti con un album elegante che raggiunge per forza di cose la sufficienza, ma che non ha però quegli spunti geniali in grado di renderlo speciale. Conclusioni: come secondo album non c’è male. Eppure, tenendo conto delle indubbie qualità e dell’ottimo background musicale dell’artefice di tale lavoro, c’è la convinzione che si sarebbe potuto fare tranquillamente centro mischiando le carte. E questo discorso vale sia per gli arrangiamenti, validissimi ma non così brillanti come si possa immaginare, sia per i testi. Un consiglio per il futuro? Più disinvoltura, ecco.
Articolo del
22/05/2014 -
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