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Il 19 Maggio è uscito “Pois”, il primo lavoro in studio dei Rumor. Il trio di musicisti piemontesi si presenta al pubblico con un EP di cinque brani, cantati interamente in italiano, dalle altalenanti sonorità: a tratti indie pop e altre volte decisamente più rock. La ricerca di una melodia orecchiabile ma non prevedibile congiunta ad una base ritmica movimentata e a dei testi minimali ed efficaci fanno di questo primo lavoro dei Rumor un ottimo punto di partenza con cui farsi conoscere e da cui poter ripartire, magari, con un full lenght album. Pois è una di quelle confezioni regalo di cui un po’ temi il contenuto. Ne girano molte, esteticamente ben curate, dai dettagli pensati per piacere ma che alla fine lasciano poco soddisfatti per via del contenuto non all’altezza della presentazione. Fortunatamente questo non è il caso del primo lavoro dei Rumor. “Pois”, infatti, non lascia solo una mera impressione positiva, ma radica in profondità la voglia di essere approfondito e ascoltato ancora. Sonorità e atmosfere cambiano rapidamente nei cinque brani proposti dal trio, ci ritroviamo travolti dalle chitarre dinamiche di Iuvullai, per essere poco dopo trascinati al suolo, un po’ frastornati e malinconici, dalle parole e dalla voce di Marco Platini (voce e basso) ne Il Risveglio. L’animo rock della band dilaga in Di Notte Di Giorno, brano al contempo potente e riflessivo, uno stile che ha ricordato un po’ i più noti Ministri. L’intro di Diamine! è una scarica elettrica di accordi che paralizzano l’ascoltatore, preludio di un riff e una ritmica che invogliano e stimolano una danza incontrollata; a mio avviso uno dei pezzi più riusciti di “Pois”, radiofonico ma non troppo. I testi ripetitivi e singolari segnano nei ritornelli il vero punto di forza dell’EP impiegando un tempo relativamente breve per fissarsi nella testa e presentarsi nel corso della giornata, per ricordarti che hanno fatto centro. I temi affrontati nelle canzoni appartengono alla quotidianità di ognuno di noi, si fondono alla musica generando sensazioni ed impressioni. Bellezza, difficoltà, frustrazione e amore racchiusi in singole frasi a volte turbolente altre piùdelicate. Bambini, l’ultimo brano dell’Ep è un esempio di come il songwriting della band sia maturo, definito e consapevole delle proprie possibilità. Una ballata acusticada fine concerto, arricchita da fiati e da una linea vocale dura a dimenticare. Se dovessi però, sotto richiesta, individuare un punto debole di questo lavoro probabilmente sarebbe la comprensione di alcune parole, un po’ sacrificata per i vocalizzi. Poco male. In conclusione, “Pois” è un EP che offre un ascolto più che piacevole e invoglia a tenere gli occhi puntati su questo trio che sicuramente ha ancora molto da dare. Rimarranno nel mio lettore ancora per un po’.
Articolo del
01/06/2014 -
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