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Werner Diermaier dei Faust lo ha definito un grande sound. E se lo dice lui c'è da credergli. Perchè i Casa sono una delle band italiane più originali degli ultimi anni che si fatica a catalogare sotto questa o quell’altra etichetta. L'unica è fregarsene della tassonomia e procedere con l'ascolto. Loro sono vicentini e sarebbero indubbiamente una delle band di cui noi, da italiani, potremmo andare più fieri. Peccato che non siano famosi come meriterebbero. Ma del resto, con la musica che fanno è praticamente impossibile sfondare presso il grande pubblico. E questo, sotto certi aspetti, può anche essere un vanto. Perché la sostanza è quella di una band capace come poche non solo di ‘giocare’ coi generi musicali ma anche di mescolare tra loro differenti forme d’arte. Un eclettismo che nel corso della carriera gli ha permesso di affrontare, oltre ai palchi normalmente destinati al rock, anche situazioni estranee al loro ambito. Con ”Una Fine Continua, poi, la band capitanata da Filippo Bordignon tira fuori qualcosa di ancora più insolito: un live in studio aperto al pubblico (il disco è stato registrato al Lost In Space Studio di Vicenza il 26 ottobre 2013) contenente riletture di loro canzoni prese dagli album precedenti, oltre a sei brani inediti. Metà disco live, metà disco di studio: inafferrabile, come loro, che in questa occasione hanno rinunciato alla collaborazione di musicisti esterni (se ne contano 27 nella loro discografia) per presentarsi in una veste più scarna. E così, tra reminiscenze “zappiane” e richiami all'ormai citatissimo Captain Beefheart di Trout Mask Replica, i Casa si divertono a fare la spola tra l'alt-blues di Blues Morto e l' avant-rock (“dedicato ad un compositore folk”) di Nick Drake, passando per il pop sbilenco di Mu, il free-jazz di Una Razza Inferiore ed il kraut-rock di Life In Ser.T. Ennesima conferma dell’attitudine arty e sperimentale di una band che nel corso degli anni ha interagito con una gamma impressionante di artisti di tutte le estrazioni (musicisti, perfomer, videomaker, ecc.) e che nel 2008 ha rappresentato il nostro paese al Festival di Arte Contemporanea Tina B di Praga con un lavoro multimediale dedicato - pensate un pò - alla deviazione sessuale dello 'sniffing'. Un’esibizione che per la sua sgradevolezza indusse il pubblico a chiedere agli organizzatori di staccare la corrente dal palco. Ma i Casa non sono nuovi a stranezze del genere. Pensate infatti che sono stati la prima band a diffondere su internet un video-testamento biologico collettivo (lo trovate anche su Youtube). Non solo. Hanno anche lanciato antidepressivi al pubblico, regalato CD, DVD, vinili e libri, e ideato azioni performative di dubbio buon gusto con il fine di ottenere reazioni autentiche da parte del pubblico. Insomma, se la fine è questa, buon inizio a tutti.
Articolo del
01/12/2014 -
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