Wet Floor Profezia In 12 Pezzi 2014 CD autoprodotto di Valerio Di Marco

Secondo LP per i brianzoli Wet Floor, dopo “L'Effetto Del Curaro”, dato alle stampe nel 2011.
”Profezia In 12 Pezzi” contiene - appunto - dodici brani arrabbiati, ficcanti, taglienti come lame, effetto di un innegabile affinamento stilistico del power-trio guidato da Andrea Staglianò rispetto alle precedenti uscite.
Qui la band si produce nel racconto di una provocazione tesa a corrodere l'esistenza stessa della folta schiera di idoli religiosi, politici, mass-mediali («Non è arroganza, è che ne ho abbastanza / uccidi gli idoli nella tua testa») che inquinano la nostra epoca riducendo al minimo la sfera dell'autonomia individuale.
La profezia dei Wet Floor è esattamente l'opposto: la negazione di un'esistenza legata a qualsivoglia dogma o dipendenza, e l'aspirazione alla pura e vera autodeterminazione. Profezia sì, ma pure utopia. Anche se non bisogna mai rinunciare ad inseguire i propri ideali, perché «guardare avanti significa alzare lo sguardo / ora che ci penso il mio momento è adesso», come cantano ne Il Giorno Del Giudizio, uno dei brani più ispirati del lotto, al pari di Io Non Mi Aspetto Niente, Il Paese dei Balocchi e Il Bello Di Marta.
Ma ci sono anche i lampi nel buio di Giallo-Nero, le sferragliate punk di Non Pensare A Te, e le polveri che prendono fuoco nell'intro profeticamente intitolata Scintilla.
Sezione ritmica da battaglia, chitarre affilate e cantato tutt'altro che conciliante in un alternarsi praticamente perfetto tra momenti cupi e riflessivi ed esplosioni soniche a metà strada tra Clash, Diaframma, Massimo Volume e Teatro degli Orrori: questo è il suono dei Wet Floor.
Combat-punk. Indie-rock. Garage-rock. Chiamatela come volete, perchè bisogna “accettare la logica per capire la metrica”, ma l'importante è che la loro profezia non cada nel vuoto.
Articolo del  10/02/2015 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati