Retrolove Il Costo Del Rischio 2014 Rocketman Records di Valerio Di Marco

«Allora: sei al nono piano, hai un piede nel vuoto e uno sul cornicione. Salti? Non salti? Non importa, sopra di te il tizio in giacca e cravatta di una corporation sta quotando in realtime il valore delle tue azioni. La tua scelta è comunque già prevista. E’ il costo del rischio».
E voglia di rischiare ne hanno parecchia i talentuosi Retrolove, che dopo un EP autoprodotto, ma soprattutto dopo aver aperto per i Linea77 nel 2010, debuttano per Rocketman con un LP devastante che gratta la superficie edulcorata delle cose grazie a tredici pezzi spaccatutto che sanno di fumo, alcool e rock n’roll. Di quello viscerale.
I Retrolove fanno quello che forse non siamo più abituati a vedere da una band italiana: aggredire e divertire giocando sul proprio potenziale esplosivo. Il loro è un rock pazzoide, schizzato, imprevedibile, che emana i vapori tossici del proto-punk e rispolvera i riffoni hard&heavy degli anni settanta, ma che allo stesso tempo suona attuale.
A tratti sembrano dei novelli Artic Monkeys nostrani, tra attacchi che ti entrano subito in testa, ritmi serrati e urla al fulmicotone, con un orecchio sempre attento alla melodia. Ma l’iperattivismo compulsivo del quartetto milanese strizza l'occhio anche all'ironia dissacrante, che come si sa, non fa mai male.
E così, tra cavalcate alla Strokes (Oh Shit!, Come Falene), esplosioni comandate alla The Hives (Bomba, Incubo Atomico), ritornelli alla Foo Fighters (Le Mie Risposte, Naso), e un cantato che a tratti ricorda i primissimi Marlene Kuntz (Cardigan, Fuori Di Me), il fenicottero fucsia in copertina spiega le ali e prende il volo verso il tramonto all'orizzonte. Tanto lui non rischia nulla.
Articolo del  16/02/2015 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati