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Lizziweil
In Volo Sopra La Polvere
2015
Petit Noir
di
Valerio Di Marco
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Disco d’esordio per Lizziweil, pseudonimo di Laura Vertamy che rende tributo a quelle che sono le due fonti d’ispirazione più importanti per il suo percorso artistico e personale, la filosofa francese Simone Weil e la cantante USA Liza Minelli. L’album arriva dopo dieci anni di esperienze live che spaziano dai busking ai teatri: diplomata in violoncello e prestata anche alla chitarra acustica, l’artista piemontese nel suo lavoro crea un interessante punto d’incontro tra folk e atmosfere cameristiche, in dodici brani dove i protagonisti sono appunto la voce e il violoncello. La prima quasi nuda di effetti, ironica e graffiante; il secondo capace di gettare un ponte tra gli studi classici di Lizziweil e le sue passioni per Simon & Garfunkel, De Gregori, Dalla Tracy Chapman e Suzanne Vega, senza tralasciare la lezione del teatro canzone di Gaber nel parlato di presentazione di Nero Di Magia, o nella poesia sulla musica che via via nel corso dell’incedere della stessa si trasforma seguendone la sillabicità in Tabacco Al Terreno. Ecco dunque lo stile contrappuntistico del quartetto da camera contemporaneo in Rami Alti, la dolcezza semplice del quartetto mozartiano in Matrice, il sovrapporsi dei bassi e delle sovraincisioni in Isole Di Ieri, l’asimmetricità contemporanea in Il Demone, la ripetitività compulsiva solo ritmica in Ma Figurati e Triangolo Di Sabbia, che a tratti si avvicina e può essere sporcata con la musica elettronica come in Flower. «In questo disco ci sono 12 canzoni scelte tra quelle che ho composto in questi dieci anni» – racconta Lizziweil - . «Ci sono brani ispirati alla natura, canzoni terapeutiche, canzoni di sopravvivenza contro la collera e l’umiliazione, ninne nanne e canti andini di libertà; ci sono dediche, fiabe ispirate alle mie letture, col solo nascondimento garbato che la metafora poetica concede. Credo però che sono tutte collegate da un’urgenza di comunicare e ancora più di condividere, che probabilmente è il motivo per cui all’inizio ero restia ad incidere un disco e pensavo che l’unica forma sensata in cui presentare i brani fosse quella live». Beh, che dire, fortuna che ci ha ripensato.
Articolo del
01/07/2015 -
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