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David Ragghianti
Portland
2015
Caipira/Musica Distesa
di
Valerio Di Marco
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Se ha perso il talento, come canta in Amsterdam - seconda traccia del disco - non si sa, e se lo dice lui ci fidiamo. Ma David Ragghianti, giovane cantautore toscano, ”Portland” deve averlo concepito quando il talento ancora ce l'aveva, perché il suo album d'esordio è un concentrato di pop illuminato che strizza l'occhio alla melodia ma non disdegna suoni e arrangiamenti ricercati che ne fanno un gioiellino easy-listening. Nove canzoni leggere ma meditative, dove gli strumenti s'intrecciano dolcemente e la voce li accompagna per mano in un viaggio introspettivo, di ricerca del senso dell'essere. Ma nonostante i toni siano pervasi da un'inquietudine sottotraccia, “Portland” è un lavoro quasi zen che mette in pace col mondo e merita un ascolto reiterato non fosse che come terapia per superare lo shock da rientro dalle vacanze. Un lavoro nato per lo più in casa, semplicemente con la chitarra acustica e la voce, e poi affidato a Giuliano Dottori (ex Amor Fou) che ha ne ha curato la produzione e gli arrangiamenti per poi pubblicarlo con la propria etichetta Musica Distesa insieme a Caipira Records. Ma che c'entra la capitale dell'Oregon del titolo con le campagne della Toscana, dove David è nato e cresciuto? «Portland un nome geografico, un luogo dove finisce la terra e comincia il mare. Lo spazio tra finito ed infinito. Un confine da abitare, non una linea. Uno spazio dove si ricompongono gli opposti là dove si erano separati. Esiste Portland quando decidi che il centro del mondo è dove sei. Portland sembrava una meta, poi si è rivelato un viaggio».
Articolo del
26/09/2015 -
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