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Livia Ferri
A Path Made By Walking
2015
BUM!
di
Claudio Prandin
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L’idea non è nuova ma perfetta per promuovere il lavoro di un’artista emergente: Livia Ferri ha composto otto canzoni e da Gennaio a Dicembre 2015 ne ha pubblicata on-line una ogni 45 giorni tracciando un percorso artistico a tappe che ha fatto lievitare l’interesse intorno al progetto; dopo l’ultima uscita ha raccolto i brani in un unico disco (il suo secondo dopo “Taking Care” del 2012) completandolo con l’aggiunta di due ulteriori composizioni strumentali, Happy e Love. I riferimenti sono molti chiari e riconducono al cantautorato di folk-singer americane come Feist e l’immensa Ani Di Franco; gli arrangiamenti prevedono l’uso timido della chitarra acustica che accompagna il cantato con partiture sommesse e minimaliste; in alcuni brani una non-invadente batteria e un contrabbasso si affacciano discretamente e conferiscono ai brani un’aria simil-jazz. Ma il vero punto di forza di questo disco è la voce calda e profonda che senza presunzione ne inutili sfoggi tecnicistici riesce ad emozionare esponendo un ampio catalogo di timbri e sfumature. In genere agli artisti “giovani” non piace essere associati ai maestri ma inevitabilmente vengono in mente Tracy Chapman, Sade e ancora Ani Di Franco (“The Boss”). Gli aspetti che più impressionano sono proprio la consapevolezza e la padronanza con cui Livia fa uso della sua voce, sempre impeccabile e mai fuori equilibrio. Non è un caso che peregrinando tra i vari generi musicali si sia innamorata del fado portoghese; certi passaggi bui e malinconici coniugano infatti le sue esperienze di vita con questo filone culturale: la splendida Patterns con il suo incedere ondeggiante è la perfetta rappresentante di questo mood. Siamo di fronte ad un’artista eclettica e completa che unisce alla musica altri aspetti culturali: il titolo del disco per esempio, è ispirato ad un verso del poeta spagnolo Antonio Machado che così recita:
“Viandante sono le tue impronte il sentiero e null’altro. Viandante non c’è un sentiero; il sentiero si crea camminando.”
Ma anche le diverse copertine realizzate da Martha Ter Horst con la tecnica denominata 1Line (disegni a penna realizzati in un unico tratto continuo) intensificano il rapporto con l’arte e contribuiscono ad impreziosire l’opera; con un tratto “unico” per forma e originalità si sposano perfettamente con il sound asciutto ma evocativo della musica. Parlando dei suoi stessi brani Livia ha confessato che rappresentano «un memorandum per i giorni bui, per ricordarmi quello che ho imparato, quello che devo ancora imparare, per ricordarmi che posso realizzare quello che desidero. I venti cambiano e io voglio essere in grado di affrontare la tempesta».
Articolo del
09/12/2015 -
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