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Opez
Dead Dance
2015
Agogo records
di
Valerio Di Marco
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C’è la mano di Andrea Benini – aka Mop Mop – esperto di afro-jazz-fusion, dietro questo splendido lavoro d’esordio degli Opez, duo composto dai polistrumentisti Massimiliano Amadori (slide guitar, chitarra, percussioni, ukulele, freeze sound, armonium) e Francesco Tappi (contrabbasso, archetti e fischio), che accompagnano l’ascoltatore in un mondo incantato e crepuscolare, dove lo scoccare del tempo è scandito dalle note. Ci si trova così catapultati in un universo irreale e sospeso, undici brani strumentali (sì, anche la voce soprano della guest Annalisa Bartolini è usata come uno strumento) un po’ sinfonie da isola tropicale, un po’ paesaggi sonori cinematografici a metà tra Morricone e Badalamenti. Un viaggio lungo lo spazio che inizia dalla riviera adriatica e passa tra Texas e Messico per finire da qualche parte in mezzo al Pacifico. Ma anche viaggio attraverso il tempo, dagli anni ’50 ai nostri giorni. E chi se ne importa se ci sembra di non arrivare mai, perché il bello del viaggio è il viaggio stesso. E se il deserto avesse un suono, sarebbe questo qui, malinconico, stiracchiato, dilatato.
Articolo del
16/02/2016 -
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