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Kleinkief
Fukushima
2016
Shyrec/Dischi Soviet Studio
di
Valerio Di Marco
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Nuovo lavoro per questi veneziani che sono in giro da più di vent'anni, con una pausa nel loro percorso durata dieci e interrotta nel 2013 da "Gli Infranti", di cui quest'album è il successore che ha il compito di smussarne un pò l'attitudine pop emersa peraltro solo in quell'occasione.
Un'opera, questa, intrisa di psichedelia e i cui rimandi vanno ricercati nel prog italiano degli Anni'70, con le chitarre in primo piano, gli arrangiamenti ricchi di sfumature e i testi dal linguaggio criptico, onirico e sospeso. Meno melodie e maggiore spazio ai suoni, tra space e acid-rock.
Un viaggio di 45 minuti, per sei brani, disseminato di riferimenti alchemici e segnali vari che fanno da cornice ad un flusso di immagini stranianti. Una fiaba il cui "C'era una volta" è affidato ai 10 minuti di Grattacieli e il "... e vissero felici e contenti" alla conclusiva title-track. In mezzo, fluttuazioni, echi, suggestioni e tanta sperimentazione. Synth, tastiere, stridii e scampanellii concorrono a delineare una cifra originale e dall'afflato quasi orchestrale.
I brani, pur costruiti con righello e compasso, sembrano improvvisati e forti di una tensione emotiva che il più delle volte rientra nei ranghi prima di esplodere. Ma quando deflagra non ce n'è per nessuno. E' presente anche una componente art-pop che in alcuni punti disorienta proprio nel momento in cui si pensava di aver imparato a maneggiare la bussola. Ma in musica spesso perdersi è più bello che ritrovarsi
Articolo del
26/03/2017 -
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