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Clustersun
Surfacing To Breathe
2017
Seahorse Recordings
di
Valerio Di Marco
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Buona la seconda. A tre anni dall'esordio Out Of Your Ego, i catanesi Clustersun sfoderano un'altra prova di spessore, anticipata dal singolo/videoclip Raw Nerve.
Come cetacei (attenzione: più branco d'orche assassine che combriccola di beluga), i quattro etnei affiorano in superficie per prendere fiato ma poi tornano giù a sguazzare in un mare di riverberi shoegaze, atmosfere psichedeliche, sferragliate noise e dilatazioni space-rock.
Una miscela che confezionano con abilità rifacendosi all'estetica che da Jesus And Mary Chain, My Bloody Valentine, Slowdive e Ride arriva fino a A Place To Bury Strangers, Toy, Girls Names e Brian Jonestown Massacre passando per gli Spiritualized.
Non a caso all'estero godono di un discreto seguito, avendo all'attivo un tour negli USA e la partecipazione a varie compilation pubblicate da label internazionali.
Vocazione mondialista che la band alimenta con testi in inglese che assecondano il mood straniante e onirico (ari-attenzione: trattasi di incubi e non di tranquillizzanti visioni che ci accarezzano in fase REM) e del wall-of-sound che caratterizza gli otto brani del lotto, tutti autoprodotti.
Dalle minacciose rasoiate dell'inquietante Antagonize Me alla rarefazione dell'eterea Lonely Moon fino alle elucubrazioni della metallica Don't Let The Weight Of Your Soul Drag You Down (in stile quasi Swans), le fughe notturne della disturbata title-track e i fendenti post-punk della spigolosa Emotional Painkiller
Articolo del
31/05/2017 -
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