Blue Parrot Fishes Totani Su Totem 2016 Zona Roveri Music Factory di Valerio Di Marco

Basta il riff di Tra Me e Me, primo singolo estratto, per capire che aria tira nell'esordio del trio pontederese.

Quella di Francesco Marino (voce e tastiera), Gianni Capecchi (chitarra), Ravi Di Tuccio (batteria) e Whammy Brigitta Gustav (tutto) è una miscela adulterata a base di rock-blues folle, sporco, "malato".

Ma dire che divertono (e si divertono) è poco: i Blue Parrot Fishes sono uno spasso. Dai testi agli intarsi di tastiera e chitarra, alle ritmiche danzerecce che tra cambi di cadenza ed entrate a gamba tesa ti tengono incollato all'ascolto. C'è poco da dire, roba così ti rimette in pace col mondo.

E poi che qualità! Provateci voi a scrivere un pezzo come Dilanyopolih o a mettere insieme un mosaico quasi prog nel suo dipanarsi come Babylonelya.

La naturalezza nel gingillarsi con le successioni armoniche è una costante di Totani Su Totem, nonché indice di padronanza dei propri mezzi. Che nel loro caso diventa sfrontatezza. Ma ne hanno ben d'onde.

Anche perché non poche sorprese riserva il resto della scaletta. Da Porcelli, con le sue inflessioni quasi rap, a Chill Out, unico brano in inglese, passando per Assurdo, com'è il solo concepirlo, un pezzo così.

E a tratti sforano perfino nel cabaret (Il Sogno Mio Più Bello, Lo Straordinario Dugongo) e nel rock demenziale (L'Inno Della Banana). Ma l'impressione è che potrebbero fare di tutto.

Anche sui testi il lavoro è di fino: ficcanti, intelligenti, surreali, irriverenti. I Blue Parrot Fishes sembrano un pò la versione hard-rock de Lo Stato Sociale, ma - permetteteci - con molta più classe. E ogni tanto gli si può perfino perdonare qualche rima un pò telefonata, chè in fondo è un peccato veniale per dei pesci pappagallo

Articolo del  06/06/2017 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati