Omega Machine The End That Comes With The Omega Machine 2017 Subsound di Valerio Di Marco

Otto tracce, per una durata totale che lambisce i quaranta minuti. E' lo splendido esordio del progetto torinese composto da Kaizer Blasted Kosmos e Nebular Sub-Terror.

La "fine" che raccontano è di quelle che vorresti non arrivassero mai. Uno scenario desolante e apocalittico dove l'umanità è ridotta ai minimi termini e i pochi uomini rimasti fuggono dalle macchine riottose, dagli alieni inferociti o da chissà cos'altro, sotto un cielo rosso sangue. L'ideale colonna sonora per un kolossal che assommi in sè "La guerra dei mondi", "Blade runner" e "Terminator".

Il qui presente maquillage sonoro concepito in chiave industrial/metal è potente, spettrale, angosciante, ipnotico. Chitarre usate come bastoni a menar fendenti, batteria indiavolata e dall'incedere freddo, meccanico. Ogni tanto qualche urla sgraziata di terrore si sente provenire dalle macerie ma è l'unica parvenza di vita. Forse qualcuno ha ancora la forza di gridare là sotto, ma è solo un riflusso dettato dall'istinto di sopravvivenza. Perché a ragionarci, è meglio restarsene sommersi dai calcinacci in attesa della morte per asfissia.

A tratti tornano alla mente gli Swans ma riecheggiano, tra gli altri, Ministry e Goldflesh. Un sound estremo, brutale, impastato, dai lezzi malsani. Alla faccia del politically-correct e delle produzioni edulcorate. Un disco come se ne sentono pochi, hand-played ma anche sintetico. E' difficile perfino ricondurlo a un genere, un'area, una corrente. Sembra già sentito ma è nuovo allo stesso tempo. E se per strada a qualcuno venisse in mente di litigare con voi per una precedenza non data, alzateglielo a tutto volume e vedrete che se la darà a gambe
Articolo del  18/07/2017 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati