Prima di riuscire a tornare a casa, Ulisse, dovette imbattersi in dodici tappe, e, per lui, fu tutto tranne che semplice. Nella vita, la meta, è diversa per ognuno di noi, ma, ciò che plasma la percezione di essa è il percorso fatto per arrivarci. Chiara White apre il suo album di debutto, Biancoinascoltato, esplorando, al timone della sua nave, le inquietudini della fragilità umana messe a dura prova nel corso di quel viaggio infinito che è la vita.
Non credo che il diluvio che sta imperversando fuori dalla finestra sia frutto del caso ed è perfetto per accompagnare l’ascolto di “Itaca”. E’ facile immergersi dentro noi stessi guidati dalla calda voce di Chiara che, nel crescendo del brano, riesce a riportarci indietro sui nostri passi solo per ricordarci quanto ancora c’è da fare e di quante sfumature rischiamo di perdere se ci fossilizziamo su ciò che è stato. La magia che il violoncello regala al brano d’apertura è il perfetto bilanciamento delle nostre emozioni e la sua meravigliosa melodia aiuta a rendere al meglio l’atmosfera sempre in bilico tra malinconia e speranza.
Difficile non aver voglia di partire subito alla volta della Repubblica Ceca dopo esserci persi con i pensieri nelle atmosfere di “Praga”. Questa ballata, a metà strada tra favola, leggenda e vita vissuta, scatta la fotografia di una città in cui la battaglia tra luce e oscurità è una costante fondamentale per l’equilibrio del tutto. Può sembrare macabro il pensiero di passeggiare, giusto per citare uno dei luoghi in cui la mente mi ha portato ascoltando la voce di Chiara, nel vecchio cimitero ebraico, ma, fidatevi, è tutto l’opposto. Provare per credere…
Quando si parla di amore non è difficile tornare con la mente a quella che è stata la prima volta in cui questo sentimento è esploso, lasciando indelebili, i segni del suo passaggio. Senza aver bisogno di passare dal via, i ricordi iniziano a tornare in superfice portando con se sapori ed emozioni messi in stand by da tanto tempo. Il turbinio degli eventi traspare dalla voce di Chiara White che si lascia trasportare al centro di esperienze appartenenti ad un tempo lontano. “Chiedimi Ancora” è un recipiente di brividi che la riavvolgono ancora una volta ma è giusto che queste sensazioni, sommesse fino a poco prima tornino, ad impolverarsi tra le pagine dell’album di ieri. Non c’è tregua per i nostri sensi e il susseguirsi dei brani ci spingono da un polo all’altro della nostra anima.
Il bisogno di liberarsi di un peso e di sfogare la propria frustrazione, può essere la benzina necessaria ad una canzone per prendere vita. Chiara è riuscita nella missione e, “Quando Rivedrai Il Mare” è diretta come un pugno in pieno volto. Potente e decisa, l’inesorabile fine di un rapporto, d’amore o d’amicizia non fa differenza. Non c’è odio ma solamente il disincanto che si prova quando si realizza che la distanza è troppa e non si ha più voglia di correre insieme. Siamo davanti ad un pezzo in cui la sezione ritmica si amalgama perfettamente regalando al basso la posizione di assoluto protagonista. Che dire di Chiara, in “Quando Rivedrai Il Mare” abbiamo un quadro dipinto con tutti i colori della sua voce. Non ci sarebbe da stupirsi se una canzone del genere, a fine anni novanta, fosse riuscita a scalare rapidamente le posizioni di una immaginaria classifica rock italiana.
Con un delicato giro di chitarra muoviamo passi leggeri dentro “Sönghellir”, che, dopo l’energia di “Quando Rivedrai Il Mare”, ci fa attraccare in un porto sereno, lasciando comunque spazio al tumulto del cuore, sottolineato da una batteria che non porta tempesta ma ce la fa assaporare. Immersa negli armoniosi fraseggi in cui la voce soave di Chiara si fonde con la chitarra e il piano, “Sönghellir” racconta di quanta poesia può nascere nel cuore quando l’amore è profondo e vero.
Impossibile non provare brividi durante l’ascolto di “Accarezzando La Tua Anima”. Alzi la mano chi, dopo averla ascoltata, non vorrebbe sentirsi dedicare una canzone come questa. Perfetta nella sua struttura, semplice, senza fronzoli, positiva e con la viola di Giulia Nuti, elemento imprescindibile nel sound di Biancoinascoltato, che la rende unica. Penso di poter dire, senza timore di smentita, che abbiamo la fortuna di ascoltare un artista che riesce a trasformare fedelmente le sue idee in musica.
Stop! Un attimo. Dov’è finita la ragazza un po’ malinconica, disillusa e innamorata che ho ascoltato fino a qualche secondo fa? Ok, non volevo fare il simpatico ma, davvero, non mi aspettavo che “Canzone Allegra” fosse così allegra e, soprattutto, non ero pronto ad un cambio radicale di sonorità. Venite con me, andiamo a bere qualcosa in quel saloon infondo alla via dove ci aspettano Chiara e i suoi ospiti. Il loro contributo è stato fondamentale per rendere questa canzone uno dei punti di forza del disco. Chiara utilizza ogni sfaccettatura della sua personalità e della impressionante versatilità interpretativa che la caratterizza, dando risalto a vocalizzi che fanno parte del baglio tecnico di poche cantanti. Francesco Vella al contrabbasso, Kenny White al pianoforte e la Fabrizio Berti Jug Band, dal canto loro, sono perfetti nel rendere questo brano una fumosa commistione di swing, country e jazz. Donne, questa canzone è tutta per voi, se avete qualche bell’imbusto a cui dire due parole, in modo garbatamente sbarazzino e disinteressato, regalategli questa canzone per Natale.
Ulisse non è ancora tornato e l’attesa sta consumando Penelope, la lontananza, quando il sentimento è forte, è qualcosa che ti uccide dentro. In “Penny” il dolore è tangibile e la parte strumentale, con l’assolo di Alessandro Alajmo, che gli dona voce e potenza, è davvero, credetemi sulla parola, straziante. Prima o poi il vuoto si colmerà ma quello che si prova nel mentre non può essere cancellato, specialmente quando hai la costante paura di tornare, un giorno, a vestire i panni di “Penny”.
Non sono ancora pronto a mettere la parola fine a questo percorso ricco di tappe che mi hanno lasciato a bocca aperta, e, per mia fortuna, c’è ancora una canzone da scoprire. “Nostos”, il brano che fa calare il sipario sull’album di debutto di Chiara White, è un delicato riassunto delle emozioni raccontate e provate durante l’esperienza sensoriale che è Biancoinascoltato. Perso nel dolce arpeggio della sei corde di Chiara mi accorgo che la tempesta fuori dalla finestra ha lasciato spazio ad una notte serena e realizzo di essere stato davvero fortunato ad aver preso parte ad un viaggio meraviglioso, un dono prezioso iniziato in acque agitate e finito su rive placide. Non appena ne avrò la possibilità sarò in prima fila ad uno dei tanti concerti di Chiara e le auguro, con tutto il cuore, di ottenere ciò che merita, semplicemente la possibilità di arrivare a tutti voi che leggerete queste righe
Articolo del
17/11/2017 -
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