Prendete una tela bianca e un pennello che non ha bisogno di essere lavato ogni qual volta la voglia di cambiare colore decida di prendere sopravvento su di voi. Attorno nient’altro che tanti barattoli da cui attingere l’attimo che vorrete imprimere su di essa. Non importa se le emozioni che lo riempiono cambieranno all’improvviso, l’obiettivo è proprio questo, guardarsi dentro e cercare di raccontarsi senza paure e muri impossibili da valicare. Nella mia mente, ascoltando il debutto dei Veramadre, ho fatto proprio così, perché, mettere a nudo i propri sentimenti è quasi obbligatorio ascoltando questo album con la giusta attenzione che merita.
L’intro è una sorta di respiro primordiale che accende la miccia per l’esplosione dell’anima. Sottolineato dal potente lavoro chitarristico unito a tastiere minacciose, che strizzano l’occhio a contesti più heavy, questo muro avvolge l’opener e primo singolo estratto dall’album, “Madre”. Il bisogno di perdono ci prende per mano, accompagnandoci alla scelta del primo colore, un marrone terra che puzza di marcio, urlato con il cuore in mano da chi spera che la natura accetti la sincerità del testo come parziale scusante per come la razza umana, ospite e non padrona, stia riuscendo ad annientarne la sua perfezione.
La ricerca di se stessi e di una bellezza, che troppo spesso riteniamo debba essere giudicata solo dagli altri, lasciando il nostro io penalizzato in un angolo, oltre a creare un disagio persistente nel nostro profondo, fa in modo che la percezione di quello che siamo in realtà venga distorta. Con “Solo Mia” i Veramadre esplorano queste tematiche con il loro rock contemporaneo di chiara matrice italiana, mantenendo una linea dolce senza cercare una potenza che avrebbe stonato nella perfezione stilistica di questa canzone. Che dite, diamo una pennellata di blu?
Con Renè alziamo il tiro, la potenza e la velocità, dove, a farla da padrone, abbiamo una batteria che si destreggia nella varietà di generi in cui viene chiamata a dire la sua. Ottimo il duello chitarra/tastiera, che si combatte nelle battute finali del pezzo, chiuso da un doppio pedale che riporta alla mente mostri sacri del mondo Heavy Metal. Rosso, decisamente rosso fuoco.
Giungiamo velocemente alla quarta tappa di un viaggio in compagnia dei Veramadre e ci imbattiamo contro un macigno chiamato “Gli ultimi eroi”. Ascoltiamo l’urlo dignitoso degli “invisibili”, disagiati e degli underdog ai margini di una società che spesso e senza difficoltà finge di non vedere. Assistiamo alle battaglie di chi cerca di emergere o, semplicemente, riuscire ad andare avanti. Monti, attraverso la sua spettacolare voce, ci racconta il sentimento che vive in seno ad una parte sempre più grande della popolazione italiana. Il grigio, se visto dalla prospettiva giusta, può sembrare che luccichi e noi, che vediamo il bicchiere sempre mezzo pieno, siamo pronti a guardarlo proprio così.
“Non ci basta respirare per resistere…” Può bastare questa semplice frase, ricca di significati e sfaccettature, per parlare di “Solo Se”, narrazione di quei momenti che ognuno di noi, nel corso della propria vita, sperimenta, la mancanza di senso e di vuoto esistenziale che spezzo ci cullano quando le nostre frustrazioni si fanno sempre più pesanti. “Solo Se” offre un alternativa, non ci lascia sguazzare nel lago della malinconia, perché, anche se non si sa da che parte andare, bisogna alzarsi, e cercare la soluzione ai nostri disagi. Io sono per l’arancione…
“Nuvole”, ad un primo ascolto, potrebbe sembrare la canzone candidata alla scalata delle classifiche, ma, il chiaro/scuro dei sentimenti di cui è permeata, porta subito l’ascoltatore a confrontarsi con tematiche personali ed intime, come il distacco incolmabile che solo la morte può creare, impossibile da raccontare senza scivolare in frasi di circostanza. Evito di dire altro, sarebbe superfluo, sarete voi, come sempre, a dare un nome e a scegliere il colore da attribuire a ciò che state provando.
Prendete tutti i colori più caldi e vivi che avete a portata di mano e lanciateli insieme sulla tela che avete davanti a voi. Non preoccupatevi se finiranno sopra a quelli che ci sono già, perché, il messaggio che vive in “L’ultima Risposta” è proprio questo. I Veramadre ci salutano ricordandoci che credere in se stessi è l’unica strada per riuscire ad essere chi davvero siamo pronti a diventare, lasciandoci, dietro alle spalle, inutili e spesso irreali, sensi di inutilità. Ragazzi, avete tutto per arrivare in alto, davvero in alto, sta a voi continuare su questa strada, e, sarei pronto a scommetterci, che, presto, ci saranno tante sorprese targate Veramadre
Articolo del
13/02/2018 -
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