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Fool Effect
The Swindle
2017
B.M. Records
di
Tiberio Flammia
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The Swindle è il primo album in studio del gruppo rap Fool Effect. I Fool Effect sono basati a Roma, ma a sentirli potremmo benissimo essere negli States. A New York come a Los Angeles. Nel loro stile infatti si fondono in modo perfetto le influenze che vengono dalle varie anime del rap classico, il tutto rivisto attraverso la lente del loro personalissimo concetto di truffa. The Swindle, infatti, significa proprio “la truffa”, ma non il tipo di truffa di cui siamo abituati a sentire.
Fedeli al concetto che un artista non crea, ma ruba e reinterpreta ciò che ha già visto, i Fool Effect hanno riproposto questa filosofia nella loro musica. Il concetto di campionamento rende bene questa filosofia: tutti possono prendere un giro di batteria, stirarlo e schiacciarlo, per poi riproporlo come base di un pezzo. Non tutti sanno farlo bene. Pochissimi sanno reinterpretarlo per rendere nuovo qualcosa che già esiste. Ed è questo che caratterizza il gruppo: una conoscenza musicale che supera i confini del rap e che va a pescare a piene mani in tutti i generi che hanno segnato le epoche passate: dalle soundtrack, al jazz, al prog, fino ad arrivare al krautrock.
Nel primo brano, Entropy, venature psichedeliche si intrecciano in modo perfetto con il beat. In Roots, terza traccia dell’album, si percepisce bene come il beat non segua i classici 4/4, con lo scopo preciso di creare un particolare effetto ritmico. La settima traccia, Broken English Team, alterna due beat differenti. La prima parte della traccia si apre con un beat molto veloce che avvolge un giro di piano che lentamente si spegne attraverso un bridge onirico fino a lasciare spazio ad una seconda parte con BPM molto più rilassati e ad un altro giro di piano meno frenetico e più ammaliante. Exercises, il brano seguente, parte dall’oriente e lentamente si trasferisce in Messico, attraverso un bridge davvero notevole che lascia col fiato sospeso, fino al momento in cui non ricomincia il breakbeat che fa da trama a tutta la traccia.
Ogni pezzo esprime in modo perfetto l’immaginario che i “Fool Effect” si erano prefissati di rappresentare. E ci riescono semplicemente perché sono bravi e affiatati
Articolo del
21/03/2018 -
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