Quella di Giorgia Rossi Monti e Filippo Santini è un’amicizia che va oltre la musica, una complicità sfociata nel 2014 con il progetto Manitoba. Prima di ritrovarsi nuovamente, Giorgia e Filippo ne hanno fatto di strada, con esperienze musicali decennali come nel caso di Santini. La bravura dei musicisti fiorentini non è passata inosservata tanto da catapultarli sui palcoscenici di mezza Italia, avendo suonando insieme a band internazionali come Franz Ferdinand o artisti italiani come Motta. Da quel momento in poi gli sforzi creativi hanno dato vita a Divorami, l’album di debutto dei Manitoba prodotto dalla Sugar Music.
Appare chiaro, fin da subito, la potenza (e la fame, tanto per rimanere in tema) creativa del duo toscano, impegnati nel proporre un alternative rock che non disdegna l’uso di sonorità elettroniche. Dio nei miei jeans è infatti un tripudio di rock ed elettronica che mettono in risalto il connubio di voci grazie a un ritornello estremamente potente, seguito nel brano successivo caratterizzato da atmosfere new wave di Stai su. Anche con la title track, “Divorami”, assistiamo a una composizione dei testi funzionali e sicuramente ben strutturati ma lontani dall’ossessiva ricerca di apparire a tutti i costi ricercati e farciti di citazioni o frasi nonsense.
Una boccata d’aria necessaria nel panorama degli artisti emergenti italiani, spesso troppo impegnati in un citazionismo fine a sé stesso e con zero idee creative. Sembra quasi di ascoltare i migliori Verdena di annata quando il duo si esibisce con Andiamo fuori, sonorità che ricordano uno dei successi della band come Muori Delay; non a caso la band bergamasca figura tra le ispirazioni musicali del duo fiorentino. Con Hollywood Pompei viene fuori l’anima più indie dei Manitoba, dove il duo si concede qualche riferimento in assoluta libertà, citando anche un “dio” della musica come il compianto Duca Bianco (David Bowie fra i tuoi dei ti guiderà). In Si ritorna a casa la voce di Giorgia, in versione Loredana Bertè 2.0, regala un ritornello da brividi, sostenuto dal fidato Filippo.
L’intreccio vocale è il comune denominatore delle 10 tracce che compongono l’album; il mix che si viene a creare è a tratti ipnotico, grazie ai due stili e tonalità diverse di Giorgia e Filippo. Non a caso i momenti migliori dell’album vengono fuori quando le due voci vengono sovrapposte a formare un solo unico, bellissimo grido.
7 mosche è un tripudio di chitarre elettriche, supportate da un sound più elettronico e coinvolgente, in un brano che si lascia ballare con piacere. Nella parte finale il ritmo forsennato che caratterizza gran parte delle canzoni lascia il posto a un lento incedere che prosegue fino alla conclusione dell’album. Gli ultimi brani infatti virano su un andamento diverso pur mantenendo una struttura musicale ben delineata. Il risultato è decisamente buono, un po' calante in termini ritmici, ma riesce comunque a mettere in mostra il talento dei due musicisti.
Un debutto assolutamente positivo quello dei Manitoba grazie al loro stile aggressivo che va dritto al punto, senza fronzoli. Divorami è un ottimo album, con una parte finale leggermente sottotono ma che denota comunque la forte personalità del duo, bravo a non farsi risucchiare nel vortice del citazionismo estremo che caratterizza la scena emergente italiana. Ben vengano quindi testi funzionali, voci potenti (soprattutto in ambito femminile) e una voglia di spaccare il mondo piuttosto che limitarsi a giudicarlo! I Manitoba si confermano dunque una delle rivelazioni di questo 2018 musicale
Articolo del
12/06/2018 -
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