Nuovo album, il secondo per la precisione, per il Luz, il gruppo composto da Giacomo Ancillotto, alla chitarra, da Igor Legari, al contrabbasso e da Federico Scettri, alla batteria. La band ci offre all’ascolto una sorta di jazz cosmico, aperto a diverse prospettive, che racchiude molteplici intuizioni.
E’ un disco solo strumentale, che si intitola Encelado e che si articola su nove composizioni originali, tutte di intrigante bellezza. L’atmosfera dell’album è ben descritta dalla foto di copertina: “Tres Hombres Con Sillas”, immagine decisamente atipica, magica e surreale, regalata al gruppo dal pittore cileno Juan Martinez Bengoechea, a cui viene dedicata la traccia n. 4 del disco. Molto interessanti brani come “Soyuz!”, omaggio alla prima era spaziale sovietica, “Atacama” ispirata al deserto che si estende fra Perù e Cile nell’America del Sud e “Ground Control”, tributo a David Bowie, che con Space Oddity diede un grande contributo alla prima era psichedelica.
Bellissima anche “ Hum” che evoca le sonorità più profonde e nascoste che agitano in modo circolare e continuo l’Universo. A metà strada fra il jazz sperimentale del grande Sun Ra e il rock progressivo dei King Crimson, i Luz ci regalano dei passaggi armonici preziosi, suoni centellinati con cura, accelerazioni che si ripiegano su se stesse, momenti di riflessioni, silenzi. Un album da maneggiare con cura, musica che non potete ascoltare da nessuna altra parte e di cui vi raccomandiamo un ascolto prolungato ed intenso.
Articolo del
14/02/2020 -
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