Che Napoli sia la più sudamericana e spagnoleggiante delle città italiane non lo scopriamo di certo oggi, visto e considerato l'impatto storico dell’influenza borbonica in passato e del legame culturale che unisce il capoluogo campano a paesi dell’America Latina come il Messico, l’Argentina e il Brasile. Ma in ambito musicale Napoli si dimostra ancora oggi un vero e proprio punto di riferimento cosmopolita che spinge sempre più musicisti a gettarsi tra le braccia della world music, dove spiccano alcuni nomi di spessore come Flo e Alessio Arena.
Nelle ultime settimane tra i miei ascolti hanno trovato spazio anche gli AZULⴰⵣⵓⵍ, un gruppo napoletano di origine, berbero di nome (il nome scelto dal quartetto deriva infatti dal tamazight ed è traducibile con l’espressione “vieni verso il mio cuore”) e che spazia tra sonorità portoghesi, spagnole e ovviamente partenopee.
Lo scorso 8 dicembre gli AZULⴰⵣⵓⵍ, composti da Marilena Vitale (Fede'n'Marlen, voce e chitarra acustica), Riccardo Schmitt (Onda Nueve, batteria e percussioni), Dario Di Pietro (Flamenco Napuleño, chitarre, basso e synth) ed Enrico Valanzuolo (tromba), hanno pubblicato un omonimo EP sotto l’attenta supervisione dell’etichetta discografica napoletana Apogeo Records, non nuova a essere menzionata sulle pagine di Extra! Music Magazine.
Nelle sei tracce incise dagli AZULⴰⵣⵓⵍ si percepiscono abbastanza distintamente le fascinazioni musicali iberiche, un “Multiverso” dove trovano spazio anche l’italiano e il napoletano. Quando si parla di world music è per me quasi automatico analizzare i vari brani come un viaggio sonoro e concettuale tra luoghi tanto concreti quanto astratti, un concetto applicabile anche a quello ideato dal gruppo partenopeo.
AZULⴰⵣⵓⵍ è infatti un EP che vede i suoi interpreti muoversi abilmente su tappeti sonori e dialetti diversi ma uniti dalla passione per la musica: è possibile ascoltare i ritmi spagnoli e messicani ben rappresentati dalla tromba di Enrico Valanzuolo e dalle percussioni do Riccardo Schmitt, a cui fanno da contraltare le sezioni più ritmiche curate dalle chitarre di Dario Di Pietro, con questo insieme che risalta le abilità canore di Marilena Vitale. Non manca quella sana dose di pazzaria messicana (“La Locura”) dove convergono spagnolo e portoghese, in quello che il momento più ritmato e allegro della raccolta. Ed è così che il peregrinare musicale del quartetto fa poi tappa a Barcellona con “Carrer Sant Rafael”, per poi fare ritorno con “Cruces” tra i vicoli di una Napoli innamorata e malinconica, dove risuona la voce passionale di Marilena. "Luz de Lucha” è invece l’ultimo, struggente atto d’amore che culla con la dolcezza delle sue note gli ascoltatori verso la tappa finale del viaggio, che si conclude con un mantra sanscrito che esalta la visione divina che ognuno di noi può percepire nell’amore che prova per un’altra persona.
Ancora una volta la world music di stampo napoletana si conferma come uno dei movimenti musicali più genuini e multiculturali del momento, merito anche di gruppi come gli AZULⴰⵣⵓⵍ che tra tradizione, un’abile ricerca sonora e un pizzico di misticismo (che non guasta mai) riescono a ritagliarsi un proprio spazio in un genere come quello della world music, che meriterebbe sicuramente più attenzione all’interno dei confini musicali nazionali. AZULⴰⵣⵓⵍ è quindi un EP che ci teniamo a consigliare senza remore, e che siamo sicuri riuscirà perfino ad avere una marcia in più nella sua dimensione live, perché certi dettagli e alcune emozioni vanno vissute dal vivo per essere comprese appieno
Articolo del
05/03/2020 -
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