Atteso album d’esordio per gli Orator Fit, band emergente della scena “indie” romana.
Dopo un primo e.p. davvero convincente, il trio formato da Ben, chitarra e voce, da Francesco, basso e voce e da Chiara, batteria, voce ed effetti, pubblica “Excessive Noise”, un disco che mette insieme vari tentativi, nuove elaborazioni e ricerche, e costituiscono quindi il risultato di un intenso lavoro fatto durante i lunghi mesi trascorsi in sala di incisione.
Gli undici brani che compongono l’album sono stati scritti e cantati da Ben (un musicista americano, originario del New Mexico, ma da tempo residente a Roma) in stretta collaborazione con Francesco e Chiara, che costituiscono la sezione ritmica della band. Il disco risulta chiaramente influenzata dalla “new wave” inglese di fine anni Settanta e primi anni Ottanta, ma riesce a delineare una sua identità ben precisa, a metà strada fra sonorità oniriche e malinconiche e improvvise accelerazioni ritmiche, davvero gustose.
Questo grazie sia alle evidenti aperture verso sonorità nuove, orientate verso l’elettronica, sia all’uso indovinato di voci stratificate, che producono risultati a dir poco intriganti. L’album viene aperto da “Mistakes”, un “uptempo” di grande impatto, dove la voce di Ben si insinua con delicatezza nel fragore primordiale determinato dal lavoro esaltante di Francesco e Chiara, rispettivamente al basso e alla batteria. Il resto del disco si dipana lungo “slow ballad” dalle atmosfere sognanti, come “War This time”, “Southward” e “St Helens” e composizioni più ritmate come la straordinaria “Pearl”, e le intriganti “Whatever Gets You By” , “Shadows “ e “Dry Hits”. Sul finale, quasi a voler suggellare una sintesi del contenuto dell’album, l’intuizione felice di “Velvet Deep”, un altro gran bel pezzo, che trova anche un maggiore equilibrio sul piano compositivo.
La fruizione di “Excessive Noise” è disponibile per ora solo sul web. Non mancate l’occasione di andarlo a sentire!
Articolo del
29/07/2020 -
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