Album d’esordio per Anna B Savage, una musicista londinese che aveva pubblicato fin qui solo un e.p. e diverso tempo fa. Il disco si intitola “A Common Turn” ed è stato registrato a Londra insieme al produttore William Doyle, più noto sulla scena musicale internazionale come East India Youth.
Anna B. è stata esposta alla musica a cominciare da quando era molto piccola: figlia di due cantanti di musica classica, era solita assistere alle performance dei suoi genitori alla Royal Albert Hall, inoltre è nata il 28 Luglio, lo stesso giorno della morte di John Sebastian Bach. Il repertorio proposto da Anna B. è facilmente riconoscibile come “indie folk”, ma c’è qualcosa di veramente particolare nelle sue interpretazioni. Il tono della sua voce, prima di tutto: baritonale, epico, altamente drammatico, capace di far venire i brividi all’ascolto. Esecuzioni come “Chelsea Hotel #3”, “Dead Pursuits”, “Baby Grand”, “Corncrakes” e la stessa “Common Turn” mettono in evidenza la profondità e insieme la bellezza della sua voce, che viene messa a servizio di un impianto lirico davvero notevole.
Parla di sé, Anna B., non ha paura di confessare le sue insicurezze, le sue paure, le sue nevrosi che l’hanno tenuta lontano dalle scene per così tanto tempo. Infatti il successo del suo primo e.p. ha provocato in lei quella che viene chiamata “sindrome dell’impostore”, un disturbo mentale caratterizzato dalla tendenza a denigrare i propri successi, qualsiasi tipo di positivo riscontro. Una volta giunta all’apice della sua crisi, Anna B. aveva anche deciso di lasciar stare, di non continuare la sua attività di “songwriter”. Ma fortunatamente non è stato così: ha trovato il modo e il coraggio di mettersi in gioco, ha tradotto in musica le sue tante domande esistenziali, destinate a restare senza risposte.
Il risultato finale è tutto in un disco duro, ma estremamente sincero , come “A Common Turn” , un album in cui Anna B. recide i ponti con un passato fatto di relazioni sbagliate e di sottomissione. Si impone, canta la fragilità delle relazioni umane, la libertà degli uccelli, non si vergogna più di non avere risposte ai tanti quesiti che ci pone la vita. Sul piano strettamente musicale le “folk ballads” di Anna B. sono un punto di incontro fra la sua estrazione musicale, decisamente classica, la musica folk e l’elettronica.
Un “mix” che si rivela straordinariamente potente, anche nei momenti più malinconici e introspettivi. Da ascoltare con attenzione.
Articolo del
03/02/2021 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|