Mini-album di debutto per un artista svedese evocativo, raffinato ed elegante. Lui si chiama Joel Gabrielsson, nato e cresciuto in Asia, dove ha imparato ad amare la danza e la musica fin da giovane.
Una volta tornato in Europa, Joel si è dedicato anima e corpo alla danza contemporanea e ha iniziato a comporre musica e a cantare le sue composizioni solo più tardi. Questo “Citadel” è il suo primo e.p., un album a dir poco incantevole che - dal punto di vista melodico - si innesta sulla scia dei lavori di artisti come Jònsi dei Sigur Ros o Thom Yorke dei Radiohead. Joel alterna musica per chitarra acustica e voce a soluzioni più improntate all’elettronica in un “mix” molto suggestivo, a tratti malinconico, è vero, ma che ha nell’autenticità e nella purezza la sua caratteristica principale.
Brani come “Citadel”, “Remain”, “Wimber” e la straordinaria “Morning light” da cui è stato tratto un video, girato da Gustaf Jarver, in una foresta svedese, dimostrano l’eccezionale sensibilità di questo artista che - nelle liriche delle sue composizioni - racconta la fragilità umana e il mistero della nostra esistenza in qualità di esseri destinati a scomparire, non permanenti. C’è sempre una forte tensione fra il desiderio e l’amore, fra la fede e il dubbio, fra la sincerità e l’ambiguità. Noi siamo condannati a vivere questa condizione dell’essere che genera incertezza, ma non c’è aggressività, né rabbia nelle composizioni di Joel. Il forte substrato di musica d’ambiente di “Citadel” riconduce il tutto in un’atmosfera più calda ed accogliente, a volte decisamente onirica, capace di contenere le nostre pulsioni, che ci aiuta a cogliere ciò che è durevole e quello che invece ci sfugge.
L’album è stato prodotto da David Ahlen e missato da Manne Von Ahn Oberg. Hanno collaborato con Joel Gabrielsson in sala di incisione musicisti come Svante Henrysson, al violoncello, Anders Hedlund, alla batteria, Jonas Nilsson, al contrabbasso, Andreaz Heden al pianoforte, David Ahlen e Mit-Tim Jivvar, ai sintetizzatori, e Emily Ahlen, alla voce. Album breve, ma prezioso, un disco davvero molto bello. Da ascoltare.
Articolo del
15/03/2021 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|