Quello degli MT/solo è un duo che nasce nel 2018 dall’incontro di Matteo Ficozzi (basso e voce) e Tommaso Bitossi (batteria).
Pezzetti, in uscita il 4 marzo, è il loro album d’esordio, prodotto da Renato D’Amico per l’etichetta Cobalto Dischi/Labella Dischi, registrato presso il Labella Studio. Il disco è formato da nove tracce “fantastiche” e psicologiche che hanno come protagonisti uomini, bestie e piante che tentano l’impresa più rivoluzionaria di tutte: vivere, cercando di perdonare i propri fallimenti e superare i rimpianti. Filo conduttore del progetto sono le sonorità, che spaziano dall’R’n’b alla musica atmosferica, dal soul e nu-jazz all’elettronica e i testi, semplici, diretti e allegorici. Le canzoni parlano principalmente «… di desideri, spesso non realizzati, a volte addirittura inespressi», afferma Matteo, l’autore dei testi. L’idea del disco ha preso forma nella sala prove di Matteo e Tommaso, immersa nella campagna della provincia fiorentina, luogo di incontri, suoni e parole. Luogo disordinato, nel quale Matteo e Tommaso, cercando di fare ordine, ritrovano «frammenti di musica e pensieri» dimenticati e abbandonati. I due artisti li recuperano e, ormai cresciuti, sono pronti ad affrontarli. Pezzetti è un progetto coerente, contemporaneo e fresco.
La tracklist
1. Summer Nella prima traccia del disco, i pezzetti del titolo sono due «cani felici» invischiati in un rapporto estivo clandestino. I due si abbandonano al presente, ripetendosi ossessivamente «All’ombra estiva stiamo bene» e si godono il momento, prima che questo svanisca, perché dicembre è dietro l’angolo. I protagonisti, coinvolti in una storia di sesso, «Si scambiano un liquido denso d’amore», mentre avvertono la paura di spingersi oltre. La voce di Matteo è sensuale e ipnotica e rinvia ad atmosfere voluttuose e rilassate. I ritmi lenti e morbidi ricordano la musica down tempo. Troviamo anche i tamburi e un’apertura di grande respiro con voci modificate elettronicamente; batteria e cori chiudono il pezzo. Con questo brano il duo aderisce perfettamente all’estetica indie contemporanea.
2. Play È stato il primo singolo dell’album, uscito a maggio 2020. Il protagonista desidera un amore carnale, non corrisposto e, per questo, si sente inadeguato, sconfitto e fallito. In spiaggia, all’alba, si trova davanti «le spoglie di una notte andata via», si rende conto di aver dato tutto senza aver ottenuto nulla, ma amare è anche questo. Si sente molto lontano dalla sua lei e finisce per restare solo. Play significa gioco, in ogni relazione si gioca in due ma non ci sono né vincitori né vinti. Giocando, però, si fanno nuove scoperte. Synth si mischiano ad atmosfere soul e nu-jazz, esplicitate dal suono della tromba. Nella seconda parte del brano il breve ritornello si alterna a strofe parlate, quasi rappate.
3. Segnali È il racconto di un uomo che non vede i segnali presenti davanti a sé, che «È cieco all’evidenza di […] una strada senza fondo […] una faccia stanca, un lunghissimo percorso». L’uomo vorrebbe conoscere questi segnali e la sua lei meglio di sé, ma non ci riesce. Il pezzo termina con una presa di coscienza. Il protagonista si rende conto di aver corso ad occhi chiusi verso l’altra persona che è inarrivabile, non è quella giusta. L’uomo si chiede come abbia fatto a non vedere quei segnali che lo avrebbero fatto desistere. Colpa dell’innamoramento, del torpore di un sogno, o meglio, di un’illusione, dalla quale si è ormai svegliato. L’intro strumentale ci introduce ad un pezzo pop synth dai beat più serrati, dalla musica che mischia, ancora una volta, soul ed elettronica. Lo stile interpretativo di Matteo ricorda a tratti quello di Colapesce.
4. Largo Insieme ad Elefante, è il primo brano ad essere stato registrato. Tra la marea e gli scogli, le immagini suggerite dalla canzone creano l’ambientazione mare. La persona protagonista non ha più fiducia nella vita, lotta contro la volontà di morire. In un racconto di redenzione, tutti noi siamo invitati a raccogliere i cocci delle nostre vite e a buttare in fondo al mare i giudizi degli altri. Largo è un’esortazione a liberarsi dai sensi di colpa, a perdonarsi. Il testo, introspettivo e allegorico, usa l’immagine di «Mille barche [che] sentono, vogliono vedere, braccare i tuoi bisogni, consumarne le parole» per raffigurare la pressione e il giudizio degli altri. Nonostante questo, l’invito è ad andare via insieme a chi ci tende la mano, nessuno ne sarà testimone. Le sonorità sono sempre molto contemporanee; tra i vari strumenti dominano il pianoforte e la batteria. Le atmosfere ambient si sposano bene a un ritornello ipnotico facilmente memorizzabile.
5. Se vieni a prendermi È il secondo singolo estratto dall’album, uscito a ottobre 2021, ispirato alla poesia Parabola di Franco Fortini. È una canzone sul tempo che passa. Il protagonista è un uomo che resta immobile davanti all’utopia di diventare artista e racconta il percorso della propria realizzazione personale, fatto di sfide e ostacoli. Raggiungere l’obiettivo costa fatica, richiede tempo, che spesso viene a mancare. In preda all’ansia, come il protagonista, tutti noi abbiamo paura che il nostro sogno, tanto cercato e finalmente trovato, possa svanire prima di riuscire a realizzarlo. È il pezzo più energico del disco. In una prima parte elettronica la voce e il modo di scandire le parole di Matteo ricordano lo stile di Samuel dei Subsonica. Nella seconda parte batteria e riff di chitarra rockeggianti, che richiamano le band di inizio secolo, come i The Strokes e gli Arctic Monkeys, arricchiscono l’arrangiamento e ne scandiscono il ritmo.
6. Pezzetti La titletrack è una preghiera, un modo per cercare di esorcizzare il lutto di una persona cara. Disorientato, disperato, pieno di dolore, arrabbiato per non aver potuto fare nulla, il protagonista «… H[a] pianto tanto che si muore». Il brano è personale, Matteo lo dedica al nonno, pittore e ceramista che gli ha trasmesso la passione per l’arte, soprattutto quella figurativa. «Quando è morto mi è sembrato di non aver portato a termine una conversazione appena iniziata e mi ha fatto provare un peso…», dichiara il cantante. I pezzetti del titolo sono anche i frammenti, della dimensione di un francobollo, dei disegni che Matteo spesso realizza sulla carta da fotocopie. Cosa fare per sopravvivere alla perdita? «Correre nella polvere», aprire le braccia in un ultimo abbraccio con la persona scomparsa. Ogni volta che qualcuno va via, porta con sé una parte di noi. Vorremmo allora che ci restituisse i momenti, i ricordi, le emozioni, i pezzetti di vita condivisi. Musicalmente, le sonorità sono più dilatate. L’ultima parte è solo strumentale: chiudete gli occhi, immergetevi nel tripudio di suoni, nella malinconia, una sorta di saudade brasiliana, che evoca. Ridete, piangete: l’altra persona sarà sempre dentro di noi.
7. Inverno La canzone nasce come un racconto. Matteo lo trasforma gradualmente in immagini allegoriche e le fa confluire nel brano. È «Una canzone sul tradimento delle proprie radici, il rapporto con il padre e la madre ed un’immagine di autodeterminazione che si sgretola sotto il peso del tempo che passa», afferma il cantante. È la storia di un marinaio che si trova bloccato in una landa artica, di un giovane che vive in un limbo, tra la consapevolezza di dover bruciare le proprie radici e la sofferenza che prova nel farlo. Dopo la notte glaciale, il marinaio ha il cuore gelato, chiede riparo nelle case vicine ma resta chiuso fuori, cerca il viso dell’altro ma deve farcela da solo. Si ripete «Credo tanto di star male», non ha abbastanza fiducia in se stesso. Per sopravvivere, non gli resta che bruciare la sua barca per poter sciogliere il ghiaccio. Il primo verso pone l’accento sull’inquietudine e la paura del giovane: «Questo marinaio sotto un cielo in pena» leggiamo nel testo. Il marinaio deve però approdare a una nuova terra, una nuova vita. Rimasto senza la sua barca, nel finale, «Chiude gli occhi e nuota», pronto ad affrontare la vita in mare aperto. Musicalmente, tornano le sonorità down tempo. La parte centrale della canzone, attraverso una bella linea di basso e dei cori, sembra riprodurre il fluttuare del mare, la confusione e il disorientamento del marinaio. Il pezzo si chiude con un giro di chitarra acustica. La voce di Matteo ricorda a tratti quella di Cesare Cremonini.
8. Elefante Il pezzo ha come tema principale il conflitto. La canzone racconta una dipendenza reciproca, una relazione tossica in cu ci si fa del male a vicenda. La situazione è chiara, il protagonista sa che «… Continua a piovere sul mio bagnato», ma non riesce a reagire. Come in un incontro di boxe, ciascuno dà e incassa pugni e parole, in una lotta violenta senza vincitori né vinti. Alla fine, cosa resta? L’incapacità di mettere un punto, un rapporto morboso, violento e stranamente equilibrato, una lotta interminabile. I riff di chitarra elettrica di Tommaso Casarotto sono distorti, soprattutto nell’ultima parte strumentale, rendendo bene la disperazione dei due amanti.
9. Gold Chi di noi, una volta a letto, spente le luci e rimasto nel silenzio della notte, non ripercorre desideri, delusioni e fallimenti della propria vita? Non si arrovella la testa sulle scelte compiute e sulle strade lasciate inesplorate? Anche il protagonista del pezzo («Come un filo sottile appeso a un vuoto disteso») si interroga sul passato, sui rimpianti e il tempo perduto, chiedendosi cosa avrebbe potuto fare per sentire «La testa svuotata», per vivere con più leggerezza. L’importante è lasciarsi andare tra le braccia di Morfeo, regalarsi un momento di meritato riposo, un sogno bellissimo, consolatorio, all’insegna della tranquillità e dell’amor proprio. È importante essere consapevoli dei propri sbagli per riuscire a perdonarsi e a guardare il bicchiere mezzo pieno. Dal punto di vista sonoro, si torna al down tempo e all’R’n’B. I suoni ci cullano come onde del mare. Le ultime note con piano e tromba ci regalano sonorità jazz perfettamente in linea con la ritrovata pace interiore.
L’esordio discografico degli MT/solo è un album musicalmente ampio ed elegante. Dai synth morbidi alle chitarre ruvide del rock underground dei primi anni 2000, passando per i beat incalzanti, i brani contenuti in Pezzetti ci pongono di fronte alla realtà. L’amore, la passione, i dubbi, la paura, la perdita sono pezzetti della nostra vita, che Matteo e Tommaso ci invitano ad accettare per quella che è, difficile e bellissima.
Nel settembre 2020 il duo ha aperto il concerto di C’mon Tigre al Beat Festival proponendo una versione riarrangiata dei brani per voce, tastiera e drum machine. Nei live, a Matteo e Tommaso si uniscono Daniele Ambrosino alle tastiere e Tommaso Casarotto alla chitarra. Con l’augurio di poter presto ascoltare gli MT/solo in tour, ascoltiamo Pezzetti.
Articolo del
02/03/2022 -
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