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Rastroni
Anime da frutto
Angapp
di
Marco Sonaglia
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Antonio Rafaschieri in arte Rastroni dopo vari progetti musicali in cui collabora, giunge al suo primo lavoro solista "Anime da frutto".
Un'opera che ha iniziato a scrivere nel 2013 dove il protagonista vive un grande delirio alternandosi tra allegorie e visioni lisergiche nei pianeti di Anima e Terra. Un totale di 13 brani intesi come capitoli di un'unica storia, cantata e suonata da un vero e proprio collettivo di venti musicisti. Apre il viaggio "Un pianeta vergine" sostenuto dalla voce narrante di Daniela Capriati in un'atmosfera nebulosa che ci porta a "Corri" ("Corri bambino corri, è finita, gli umani hanno avuto la loro occasione,corri bambino corri, abbi cura solo di te non devi convincerli più") brano prog-rock intriso di chitarre elettriche, synth, cambi di atmosfera ed intrecci vocali. Continua la narrazione con la voce di Leonardo Lamacchia ne "I cantieri all'alba".
Frammenti di sax, arpeggi ipnotici di chitarra caratterizzano "Dalla prima lettera del Telecomandante" ("Ferma i cantieri di quella tua specie di ghetto, niente paura ti prosciugheremo il pensiero, la libertà di cui parli interessa ai perdenti, noi siamo liberi se e solo se lo sembriamo"). Di taglio pop è "Bagagli" ("Forse per questo calice non eravamo preparati ma dobbiamo portare agli umani la verità. decolliamo da queste rovine sia fatta la nostra libertà") che si colora di notturno con la tromba in sordina e l'elettronica avvolgente. "Anima" ("Anima, è reale eppure un risveglio è già in agguato e pronto per me, ride di me") ha una serie di cambi di tempo e il sax singhiozzante che crea una bella pasta al pezzo. Un robusto arpeggio di chitarra elettrica culla la "Fine del sentiero" ("Perdona gli schiavi o anima dei grattacieli, loro non sanno quello che fanno, piangendo di gioia ho spezzato le loro catene, ma nessuno è fuggito") con innesti di violino e di flauto.
"Alcune illusioni" ("Il cielo si sta confondendo con l'asfalto e noi, qui, a fumare ancora illusioni") ha un tappeto di pianoforte e di synth, in bilico tra classico e moderno. Ancora belle atmosfere in "Salvazione artificiale"("Al risveglio abbiamo osservato le nostre ombre invecchiare sulla spiaggia assolata") con una coda pianistica e sinfonica di grande impatto. "Dalla seconda lettera del Telecomandante" gioca sugli arpeggi di chitarre acustiche ed elettriche in un clima misterioso caratterizzato dal theremin e dalla tromba. "Nostalgia" ("Senza il mio consenso stanno preparando una flebo di realismo che immobilizzerà l'istinto di invertire il futuro e le sue spine") è una ballad sognante ed acustica che si tinge di elettrico nel finale con la chitarra slide.
L'ultima vera canzone è "Una promessa" ("Decisi così di lasciare i miei simili alle loro carriere di illustri ingranaggi e vidi il tuo abbandono come un atto di puro amore") con un arrangiamento elegante di chitarre, hammond e cori in primo piano che ci portano al finale di "Forse c'è un "prima" che noi non conosciamo" narrato dalla voce di Ylenia Tattoli. Rastroni ha realizzato un'opera rock alla maniera dei concept album tanto cari al progressive italiano (vedi anche l'uso di alcuni titoli lunghi) riuscendo a miscellare bene un tocco di vintage e una certa freschezza negli arrangiamenti raffinati. Il lavoro si lascia ascoltare con piacere e gli incastri tra i singoli brano creano una perfetta unicità. I testi hanno belle immagini e non cadono mai nella retorica, il cantato è sempre corretto, efficace e suggestivo.
Un disco tutto da esplorare che non vi deluderà, perchè Rastroni è proprio un bravo e attento narratore.
Tracklist
Un pianeta vergine Corri I cantieri all'alba Dalla prima lettera del Telecomandante Bagagli Anima Fine del sentiero Alcune illusioni Slvazione artificiale Dalla seconda lettera del Telecomandante Nostalgia Una promessa Forse c'è un "prima" che noi non conosciamo
Articolo del
19/03/2022 -
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